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MAURIZIO FEDERICO VA RICORDATO
Maurizio Federico non è più fra noi. Questo è stato il triste annuncio da me divulgato sulla rete qualche giorno fa quando in modo imprevisto venni a conoscenza dell’accaduto. Quella mattina mi ero proposto di riportare in modo più esauriente la sua esperienza, la sua vita politica e culturale. Ora, passata la sorpresa e lo sgomento, con la mente meno turbata ci provo.
Foto prelevata su unoetre
Con Maurizio ci siamo conosciuto a scuola nel lontano 1959, già comunisti. Ricordo che fu proprio lui, responsabile di Frosinone, a rinnovarmi la tessera del 1960 della Federazione Giovanile Comunista. Per più di trenta anni abbiamo condiviso le stesse idee e lo stesso impegno nel PCI. Per altri trenta anni, dal 1991, le nostre strade politiche sono andate in direzioni diverse. Potrei sintetizzare da Compagni Separati. Non mi dilungo nel tratteggiare la sua esperienza politica nell’interno di Rifondazione Comunista, di cui fu uno dei fondatori, né da Assessore Regionale all’Agricoltura dal 1995 al 2000. Nemmeno della sua adesione in quest’ultimo periodo al PCI. Non lo faccio perché dovrebbe farlo chi in questi anni lo ha avuto al fianco ed anche perché non mi sento sicuro nel raccontare tali autorevoli esperienze.
Sono molto più interessato ed impegnato a ricordare e far conoscere Maurizio Federico giornalista dell’Unità, di Paese sera, direttore di Piazza Gramsci e Nuova Informazione, collaboratore di tante altre testate, scrittore e divulgatore sia delle vicende riguardanti il movimento popolare ciociaro ( Il Biennio rosso )che della vita e la storia della sua città, Frosinone, esaurientemente ben raccontata nella Trilogia che lo ha impegnato negli ultimi dieci anni.
Maurizio è stato un’intellettuale generoso. Posso dirlo per esperienza diretta. Per circa cinquanta anni mi ha sempre messo a disposizione notizie che raccoglieva riguardanti Ceccano. Sono stati proprio i suoi documenti a sollecitarmi ad interessarmi ed a scrivere della vita della mia città e della provincia. Non mi stancherò di ricordare che senza alcuni fogli sparsi consegnatimi, riguardanti la nascita, i nomi di tutti gli squadristi e l’insediamento del fascismo in provincia, il libro " Cronache proletarie di lotte, successi e sconfitte/ Ciociaria 1919-
Premesso quanto scritto, intendo riprendere quanto sollecitato giovedi avanti al suo feretro, in condizioni proibitive ed in presenza di tanti amici e compagni. La sua esperienza, in particolar modo quella culturale, va fatta rivivere, non la si può ritenere esaurita con la sua scomparsa. In una o più giornate di studio è necessario mettere a confronto persone che hanno collaborato e condiviso tali esperienze, riportare l’avanzamento della ricerca generale proprio attraverso il suo impegno ed il suo disvelamento di fatti, curiosità ed eventi per tanto tempo sconosciuti.
Chi deve farlo? Comune di Frosinone, Provincia, Organizzazioni culturali, Centri studi, il suo Partito hanno un debito di riconoscenza verso di lui, tutti dovrebbero coniugare il rispetto e l’apprezzamento dimostrato in questi giorni (Non mi riferisco solo al sindaco di Frosinone) con tale doveroso impegno organizzativo.
Infine, voglio sollevare anche un altro aspetto ugualmente importante. In tanti anni di frequentazione mi è stato possibile notare che Maurizio aveva ben organizzato i suoi documenti; si vedeva che nella sua raccolta c’era un lavoro certosino. Tutto mi sembrava ben ordinato. Ecco il mio rovello:
questa miniera di sapere che fine farà? Perché non mettere a disposizione di nuovi o vecchi ricercatori, di scuole, di cittadini interessati quella sterminata serie di notizie?.
Tutta questa ricerca, frutto di anni di duro, appassionato, caparbio lavoro, non può andare dispersa o mummificata in quelle stanze!
E necessario dunque stabilire un contatto con la famiglia, a cominciare dalla figlia Irina, per conoscere e confrontare le idee riguardanti l’utilizzo futuro di tanta ricchezza culturale. Questo per me è il primo fondamentale passaggio.
Angelino Loffredi
Ceccano 29 Agosto 2022