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Sanità privata nelle carceri e posti a rischio nei CUP - Copia

ARTICOLI > Questioni sanitarie > Gruppo n° 2

SANITÀ PRIVATA NELLE CARCERI E POSTI A RISCHIO NEI CUP

Dopo la privatizzazione del 118 ARES nella sanità regionale ora si aprono concretamente scenari privatistici anche per l’assistenza sanitaria nei penitenziari di Frosinone, Cassino e Paliano.
 Negli ultimi giorni del mese di agosto con una apposita Determina la ASL di Frosinone ha indetto una gara, appunto, per la fornitura di assistenza sanitaria nei suindicati penitenziari. In tale provvedimento a leggere attentamente manca però una motivazione convincente.
 L’affidamento sarà biennale per un importo annuo pari a un milione e 200 mila euro.
 Finora tale attività veniva (viene) esercitata da personale infermieristico di ruolo, il quale lavora  fra tante ore di straordinario.
 Mentre il Commissario Straordinario della ASL, designato a tale ruolo da Zingaretti e Smeriglio, amministratori appartenenti alla sedicente sinistra, afferma la supremazia del settore privato, Danilo Magliocchetti, Consigliere provinciale di Forza Italia, al contrario difende la pubblicizzazione del servizio. Lo fa con importanti argomenti sia di natura finanziaria che professionale. Lo stesso propone l’assunzione di 20 infermieri, che con calcoli alla mano, dimostra, dovrebbero fare risparmiare, rispetto alle previsioni di spesa, 400 mila euro alla Regione. Inoltre solleva una considerazione di cui bisognerebbe tener conto " Il personale che opera attualmente è dotato di grande professionalità e esperienza accumulata in 8-10 anni di servizio e con la fedina penale immacolata ".
 Nel momento in cui rilevo questo sgradevole e deludente provvedimento vengo a conoscere anche di pericoli riguardanti l’occupazione  di dipendenti che lavorano nei Centri Unici di Prenotazione ( CUP ). Tali dipendenti sono coloro che si occupano delle prenotazioni, di visite, esami diagnostici e specialistici nelle varie aziende ospedaliere e negli ambulatori delle ASL. Preciso inoltre che costoro non sono dipendenti regionali ma di società private. Per dovere di cronaca debbo anche ricordare  che tale infausta scelta non è stata fatta da Zingaretti e Smeriglio ma viene da lontano perché riguarda i  periodo delle presidenze  Storace e Marrazzo. I posti di lavoro in pericolo sono 500 ed è per questo che Fp CGIL Lazio, CISL Fp Lazio e UIL Fpl Lazio hanno proclamato lo stato di agitazione.
 Questa vertenza è rivelatrice del significato da dare a tutte le esternelizzazioni. Esse vengono realizzate dopo aver prospettato facili  risparmi all’Ente pubblico. Successivamente diventa sempre più chiaro che si spende più di prima. C’è un aspetto inoltre che non deve essere mai dimenticato: ritmi e condizioni di lavoro dei dipendenti risultano essere proibitivi, retribuzioni basse, mancanza di rappresentanza sindacale, infine, a completare il disastro, arriva la riduzione del personale. Per questi imprenditori cialtroni la missione non è quella del miglioramento e della razionalizzazione del servizio ma solo quella del profitto. La loro infausta attività porta insomma supersfruttamento, disordine, inefficienza nel servizio. Anche se ancora non ben identificati e combattuti sono i nuovi profittatori di regime. Ecco perché non mi stancherò mai di scrivere che
Privato non è bello.   
Angelino Loffredi
4 ottobra 2017


 
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