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Il voto del 3 ottobre 1920 - Copia

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IL VOTO DEL 3 OTTOBRE 1920

Il buon risultato nazionale ottenuto dai Socialisti (32% e 156 Deputati) il 20 OTTOBRE 1920  l'elezione alla Camera di Domenico Marzi e di Vittorio Lollini,  con molta probabilità, costituirono un valido incentivo politico per un gruppo di giovani ceccanesi (Antonio Paolo (Toto) Bragaglia nella foto, Mattia Staccone, Pietro Gizzi, Pietro Catozi) a fondare la locale sezione.
La sede venne trovata nei locali del Comune, di fianco alla chiesa Madonna del Luogo, oggi di proprietà di Stefania Giansanti. Per conoscere meglio la situazione del periodo basta entrare nel collegamento che segue:
http://www.loffredi.it/dal-conte-al-contadino.html
I primi mesi del 1920 rappresentano una rapida ed eccezionale espansione socialista in quella che sarà la provincia di Frosinone: nel febbraio infatti dopo la fondazione delle sezioni di Alatri, Piperno, Sant’Apollinare e Cassino ci saranno quelle di Roccasecca e Ceccano ed altre ancora. Dal punto di vista degli iscritti la Sezione di Frosinone ne registra 113, Alatri 85, Ceccano 65, Sgurgola 59, Piperno 50, Arnara 43.
Tommaso Baris nel suo libro " Il fascismo in provincia " riporta una lettera scritta il 14 luglio 1920, inviata da Camillo Mancini (per tre legislature parlamentare liberale di Ceccano e ricco possidente della città) a Camillo Corradini, Sottosegretario all’interno del Governo Giolitti perché " i contadini sobillati da agitatori vanno percorrendo processionalmente le campagne con la bandiera rossa, invadono i fondi e dividono a modo loro i prodotti facendo la parte del leone e se i proprietari tentano resistere li bastonano portando via tutto " .
E’ il periodo  infatti nel quale le Leghe contadine ottengono una ripartizione favorevole ai mezzadri non solo a Ceccano ma anche nei comuni di Anagni, Fiuggi, Guarcino, Tecchiena, Veroli, Piperno e Paliano.
Il 13 settembre 1920 si tiene a Ceccano un Convegno promosso dalle Leghe per esaminare la questione dei fitti agrari, porre la richiesta della casa per i coloni, della riforma dei patti colonici, della lotta dei contadini delle paludi pontine e più in generale per fare un necessario bilancio delle lotte portate avanti durante quel periodo.
Dopo qualche settimana il 3 ottobre si tengono le elezioni provinciali e comunali.
Per le elezioni provinciali il collegio elettorale di Ceccano comprendeva  Ceccano, Patrica, Giuliano di Roma e Villa Santo Stefano. Il socialista Natalino Patriarca batte il popolare Colombo Bonanome ( 1.781 voti contro 1.628 ) e viene eletto nel Consiglio Provinciale di Roma.

Per le elezioni comunali i socialisti a Ceccano, sostenuti dalla Lega, battono i popolari ed eleggono 24 consiglieri comunali mentre 6 toccano ai popolari.
Alle ore 10 del 17 ottobre, presente il segretario comunale Fontana Regolo, si tiene la prima seduta della consiliatura. I presenti sono 27: Anelli Giuseppe, Bruni Enrico, Bucciarelli Leonardo, Bucciarelli Felice, Casalese Angelo, Catozi Pietro, Cerroni Domenico, Cicciarelli Arcangelo, Colapietro Filippo, Cristofanilli Giuseppe, Diana Michelangelo, De Santis Antonio fu Giuseppe, De Santis Antonio di Vincenzo, Ferri Giuseppe,  Liburdi  Angelo, Liburdi Giuseppe,  Masi Lorenzo,   Mastrogiacomo Giuseppe, Mastrogiacomo Benedetto, Olmetti Felice, Segneri Sante, Silvaggi Giovanni Battista, Staccone Mattia, Strangolagalli Angelo, Tanzini Pietro, Tiberia Angelo, Trotta Pasquale.
Risultano assenti Bragaglia Antonio Paolo ( Toto ), Gallucci Francesco, Liburdi Angelo.
Filippo Colapietroviene eletto sindaco con 21 voti mentre 6 sono le schede in bianco. Assessori effettivi vengono eletti Bucciarelli Leonardo, Bragaglia Antonio Paolo, Anelli Giuseppe, Cerroni Domenico con 21 voti. Assessori supplenti sono  eletti Diana Michelangelo e Tiberia Angelo con 21 voti.
I socialisti, sostenuti dalle Leghe locali, si affermano anche nei comuni vicini tra i quali   a Patrica e ad Arnara. A Patrica viene eletto  sindaco Luigi Compagnoni mentre ad Arnara  sindaco è l’agricoltore Orazio Silvestri.
All’indomani del successo socialista ad Arnara venne scritta e cantata una canzone che rappresentava il conflitto di classe nel paese e che ha rischiato di essere dimenticata. La stessa, fortunatamente, venne riproposta nel 1980 dal Gruppo di Lavoro " il Ponte " coordinato da Antonio Camilli. Non conosciamo la partitura musicale e nemmeno il nome dell’autore ma solo il testo che comunque merita di essere conosciuto:

La nostra Lega ha vinto la battaglia
contro la prepotenza dei signori.
Credevano gli  illusi da principio
che la vittoria fosse tutta loro.
Credevano di entrare al municipio
e poi cantà in trionfo tutti in coro.

Ma  cade giù la signoria cacciata via
e non ritorna più.

La ciocia mette legge alla canaglia
E quando non la vò la mette fuori.

Hanno pigliato i moribondi a letto
E poi nell’urna li hanno trascinati.
Hanno afferrato gli uomini pel petto
e hanno fatto i maccheroni cucinati,
nei maccheroni c’era il condimento
dell’odio, dell’invidia e dell’inganno.

Ma cade giù la signoria cacciata via
e non ritorna più.

E il popolo sapeva molto bene
le lacrime versate nel passato,
e ricordava tutte quelle pene
quando le tasse l’hanno massacrato.
Ma specialmente agli assessori vecchi
che stavano attaccati attorno all’osso
gli abbiamo dati certi colpi secchi
che c’e venuta la quartana addosso.
Fra gli altri c’era uno strozzino
che amava d’esser fatto consigliere
ma il poveretto ha avuto il suo destino
con quattro calci dati nel sedere.
Ma cade già la signoria cacciata via
e non ritorna più.

Lucia Fabi  Angelino Loffredi
Ceccano 11 Luglio 2019


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