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1944: la ricerca continua

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1944: la ricerca continua

     
In tutti questi anni si è sempre ritenuto che il primo bombardamento su Ceccano sia avvenuto il 3 novembre 1943. Così, infatti, hanno sempre scritto i ricercatori di storia locale e così è rimasto nella memoria collettiva delle vecchie generazioni che l’hanno trasmesso alle nuove.
Così non è perché abbiamo trovato fonti autorevoli che anticipano di qualche settimana tale drammatico avvenimento. Presso l’Archivio di Stato di Frosinone infatti, il dott. Giulio Bianchini, a conoscenza delle nostre ricerche ci ha messo a disposizione una informativa che il prefetto di Frosinone invia alla Camera del Lavoro. Tale informativa è stata trovata nell’Archivio della federazione del Pci (raccolto, preservato e curato da Ermisio Mazzocchi) e successivamente consegnato all’Archivio di Stato della nostra provincia. Essa porta la data del 2 maggio 1946 e indica tutte le incursioni aeree subite dai comuni della nostra provincia, fino al marzo 1944. In tale nota scopriamo che  il 22 ottobre 1943 un’incursione aerea danneggia a Ceccano non solo alcune case coloniche situate vicino al campo sportivo comunale ma causa un morto e un ferito. Da verifiche effettuate negli uffici dell’Anagrafe però ci risulta che tale decesso è avvenuto il 21 e non il 22 ottobre 1943 e riguarda una tale Vincenza Maura di anni 25, casalinga non sposata. La morte è avvenuta alle sei, in via acqua puzza( luogo contiguo al campo sportivo), e il suo nome è scolpito sul cippo marmoreo dei caduti civili durante l’ultima guerra, annesso al Monumento ai caduti.
      Dopo aver precedentemente individuato i comandi tedeschi presso Castel Sindici, la strada provinciale Marano e nella zona La Spina, oggi a tale riguardo, possiamo fare un piccolo ma significativo passo in avanti: padre Gioacchino passionista, nel  libro " Due secoli di storia nella Badia di Ceccano", stampato nel 1948, indica altri due presidi tedeschi nel nostro territorio, uno presso la Badia dei padri passionisti e un altro in località Le Cocce.
Prima di andare avanti dobbiamo riconoscere finora di non essere stati in grado di poter ben identificare cosa si intende con il termine " comando", espressione utilizzata dalla nostra popolazione ma che ci sembra generica e forse imprecisa.
Padre Gioacchino passionista, cosi si firma, con molta precisione indica il 10 dicembre 1943 come data di arrivo di una compagnia di artiglieria di montagna con relativo traino di cavalli e muli alloggiati ovunque, nelle capanne e nelle case costringendo così i cittadini a ristringersi sempre di più. A tale proposito è più significato e utile riportare quello che il passionista scrive " la sede del comando di questa compagnia (circa 3000 unità) si allogò nel pianterreno della Badia, nei vani prossimi alla porteria, occupando i vani superiori per camere di ufficiali, e il granaio esterno per quartiere dei soldati. Stalla, capannoni, caprareccia, nocchieto e cerreto, mentre nei pressi venivano  collocati quattro mortai con relative munizioni, mimetizzati alla meglio. Un vero bivacco, durato oltre sei mesi"
Tale compagnia, composta da tanti soldati austriaci, è comandata dal capitano Rudolf  Heger di cui il prof, Gianluca Coluzzi ne ha evidenziato il valore e l’attività militare, da Stalingrado fino a Terelle, ove nel gennaio lo stesso Heger muore colpito da un granata.
Padre Gioacchino non solo tratteggia la cortesia e l’atteggiamento benevolo del capitano ma anche quella di altri militari presenti nel sito indicandone i nominativi e il grado. Così veniamo a conoscere la presenza del maresciallo capo Heinrich, del furiere Karl Venuta, del maresciallo Friedrich Schrader sacerdone e dell’architetto Karl Wolf, il quale fu il primo ad intervenire per un sommario restauro della statua di S. Maria a Fiume, dopo il bombardamento del 26 gennaio 1944 e che ha lasciato delle immagini riguardanti quel periodo. Il passionista tratteggia la grande umanità dei soldati tedeschi presenti presso il convento, indica come soldati crudeli quelli dislocati nella zona le Cocce, in contrada Cardegna ma non  motiva tale severo giudizio. Ad oggi noi non siamo ancora in grado di localizzare con precisione in quale proprietà era insediato il presidio tedesco ma speriamo di conoscerlo presto.

                                                                       Lucia Fabi  Angelino

 
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