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Storia dello squadrismo ciociaro a Patrica

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Storia dello squadrismo ciociaro a Patrica

Nel procedere nella nostra ricognizione per riportare la formazione delle squadre fasciste  in provincia di Frosinone prima della Marcia su Roma, ci siamo imbattuti in un voluminoso e "tumultuoso" carteggio riguardante il fascismo nella ridente cittadina di Patrica.
Scriviamo tumultuoso perché non fu facile e nemmeno lineare raggiungere la decisione che nel 1939 arrivava ad affermare, cosi come fece la Commissione federale appositamente costituita, che nel paese lepino " non si evidenzia l’esistenza di una squadra di azione né di un nucleo fascista fino a qualche mese innanzi la Marcia su Roma." Se proseguiamo nella lettura notiamo una sentenza  accompagnata da diverse prese di posizione  delle " prove a carico ".   Importante e forse decisiva la testimonianza del Dott.  Alberto Ghislanzoni, dirigente nel periodo della nascita del fascismo nel Basso Lazio. La Commissione infatti si fa carico dei ricordi personali dello stesso Ghislanzoni, il quale riporta che " interessandosi nella primavera-estate del 1922 della costituzione di un Fascio a Patrica ebbe a conoscere in Ceccano in casa del signor Luigi Bonanni, allora Ispettore di zona, i fratelli Monti-Colombani, residenti in Patrica, che il Bonanni stesso consigliò di proporre all’organizzazione iniziale del Fascio di Patrica ".
La testimonianza del dirigente ci permette di raccogliere altre notizie ugualmente importanti, il clima politico generale e aspetti che hanno a che fare con un atteggiamento trasformistico.  Cosa si conosce ancora di più ?  Ghislanzoni infatti riporta " La famiglia Monti-Colombani nelle elezioni politiche del 1921   aveva votato per la lista repubblicana " Ancora più significativo è il rendiconto che si evidenzia " La prima assemblea fu tenuta dal Ghislanzoni nella villa del signor Vespasiani, poco distante dal paese. La riunione non ebbe l’esito auspicato per l’apatia di molti e le resistenze e le contrarietà di altri "
Il Ghislanzoni comunque non si scoraggia, rimane ugualmente impegnato a realizzare lo scopo. La Commisione Federale infatti riporta " Qualche settimana dopo il Ghislanzoni tenne nel paese due riunioni organizzate dal suo Vice Segretario sub Federale pro tempore Luigi Bonanni in accordo con la famiglia Monti-Colombani. In dette riunioni che furono abbastanza affollate di lavoratori si accorse che da parte dei Monti-Colombani si tendeva a far coincidere e addirittura subordinare la costituzione ufficiale del Fascio all’allontanamento del Segretario comunale tal De Libero ( padre del poeta Libero De Libero ) che veniva dipinto come inviso alla locale popolazione. A questa pretesa, che secondo i Monti-Colombani doveva attirare il pieno fervore alla causa di tutto il popolo, il Ghislanzoni si oppose nettamente"  Insomma il Fascio di Patrica non partecipò alla grande Adunata di Napoli, nè alla Marcia su Roma, nè che una squadra sia intervenuta in vere e proprie azioni squadristiche in Ciociaria. Tale è il risultato che emerge dopoi tante interrogazioni ( fra queste anche quella di Ulisse Igliori comandante di tutte le squadre dell’Umbria e del Lazio ) e di dichiarazioni che vengono riconosciute non essere concordi " sia per la scarsa cultura degli interrogati, sia per la distanza di tempo intercorso, sia per vecchie angolosità che dividono gli animi localmente " Gli episodi squadristici che la Commissione riconosce sono successivi alla Marcia su Roma: " il ritiro della bandiera rossa della lega di Supino, rilasciata bonariamente attraverso l’intervento del Sindaco del tempo Cerilli Luigi avvenuta il 22 novembre 1922, cosi la distruzione della bandiera rossa della locale lega contadina a cui parteciparono il Battisti Vincenzo, il Grossi Enrico ed altri "
La Commissione dopo un’ attività controversa ma definitiva prova anche ad alleggerire la posizione dei Monti-Colombani riconoscendo che  " Non si esclude che quale Segretario (Non appare indicata la data della nomina) insieme con qualche altro elemento abbia partecipato alla grande Adunata delle forze fasciste del Basso Lazio tenuta a Frosinone il 15 ottobre 1922 )
Noi ci permettiamo di rilevare che la Commissione da una parte evidenzia che a Patrica non è esistita un’attività quadristica poi, in modo contraddittorio, individua come squadristi: Biancucci Natalino,Contenta Lucido, Cracolici Salvatore Evangelista Filippo, Grossi Agostino, Grossi Enrico, Mattia Luigi, Monti- Colombani Giuseppe, Simoni Giovanni, Simoni Simone, Terenzi Pasquale.   
Nell’elenco degli squadristi di Patrica figura anche il Generale Simone Simoni. La Commissione, di cui stiamo riportando le conclusioni, inoltre precisa che " il Simoni a richiesta dei fascisti di Patrica fu aggregato per dare lustro al Fascio locale essendo Generale e Superdecorato. Il Simoni invece come risulta in modo chiaro e inequivocabile dagli atti allegati al suo fascicolo personale ha svolto azioni squadristiche  a Roma ( non sono indicate ) ed occorre che il suo nome venga iscritto nell’elenco degli squadristi del Fascio dell’Urbe."
Il Generale Simoni, nato a Patrica il 24 dicembre 1880, dopo l’otto settembre 1943 mise la sua casa romana a disposizione di soldati e ufficiali che sfuggivano dalle minacce nazifasciste. Il 22 gennaio 1944 venne arrestato dalle SS, portato a via Tasso, cella n. 12, larga un metro e profonda 2,40, interrogato da Kappler, torturato ed ucciso senza aver indicato i suoi collaboratori, con altre 334 persone il 24 marzo 1944 alle Fosse Ardeatine.
Chi è interessato a conoscere la sua vita e la sua fuoriuscita dal fascismo consigliamo di leggere il libro di Michele Colagiovanni " Il Generale Simone Simoni/ Martire alle Fosse Ardeatine " Cesena.2007.
Lucia Fabi  Angelino Loffredi
Ceccano 6 maggio 2019


 
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