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Titta Maciocia. Chi era costui?

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Titta Maciocia. Chi era costui?
Pensando Alessandro Manzoni, inizio a scrivere queste brevi considerazioni su un “Gio-vanni Battista (Titta) Maciocia. Chi era costui?“
Una domanda alla quale non sono in grado di dare una risposta completa e ben definita limitandomi a rispondere che era il direttore de “La Ronca“, giornale quindicinale ceccanese.

Il suo nome è stato (ri)proposto dall’Architetto Vincenzo Angeletti Latini durante un’originale iniziativa svolta qualche settimana fa denominata “Il Cimitero racconta”. In tale occasione nessuno è stato in grado d’ individuare il luogo di sepoltura del Maciocia e si è aperta la ricerca sul ruolo avuto nella nostra città dal calzolaio-direttore.
Tornato a casa, al termine di una febbrile ricerca, fra le tante carte raccolte in modo disordinato, ho trovato due numeri, appunto, de ”La Ronca”.
Pochi per rispondere a tutte le domande richieste ma sufficienti per avviare (per chi vuole partecipare) un lavoro di ricerca. Tali numeri sono stati conservati fra le mie carte per oltre quarant’anni, dimenticati e mai letti. Non sono in grado nemmeno d’indicare chi me li mise a disposizione. Li ho esaminati dunque solo in questi giorni.
I numeri trovati sono il 101 del 29 ottobre del 1913 e il 124 del 26 ottobre del 1914. La cosa più sorprendente riguarda il fatto che a tale data il giornale risulta essere al XIV anno di pubblicazione. Un periodo abbastanza prolungato. Più di altri periodici che abbiamo letto e conosciuto: Verso il 2000, Il Fabraterno, Il Picchio, Oblò, Biro.
Credo che dopo questa sintetica presentazione esistano per chi è interessato a tali argo-menti buoni motivi per avviare una ricerca per sapere molto di più.
Nello stesso tempo sono nelle condizioni di aggiungere altri dati.
In un angolo della prima pagina appare la scritta “Io sò la Ronca nipote della Falce Frusinate” . In un altro invece “Tutti mi chiamano Grillo E tale io nol sono”.
Ambedue i numeri, almeno nel periodo in esame, sono composti da quattro pagine e stampati presso la Tipografia Reali di Veroli.
Mi limito a riportare che i temi non riguardano solo Ceccano ma spaziano anche nel territorio circostante. Non riporto, ne intendo commentare tutte le pagine stampate, per problemi di spazio indico solo alcuni argomenti: nel numero del 1913, alla vigilia del voto per la Camera, prevalgono riferimenti elettorali, al limite della tifoseria con l’indicazione di voto per il candidato Piccirilli, sostenuto da Adriano Berardi.
Quello del 1914 si apre con una polemica lettera “più che aperta” al Vescovo di Ferentino Domenico Bianconi ed un lungo riferimento all’avvio dell’attività della Fonte Meo, posta fra A-nagni e Gavignano.  In quest’ultimo rendiconto Maciocia dopo aver esaltato i meriti salutistici dell’acqua, l’igienico imbottigliamento e l’omaggio riverente sia al proprietario, Ingegner Stroc-chi che alle autorità presenti all’inaugurazione, non mostra invece, alcun riguardo verso gli amministratori di Ceccano, colpevoli di essere contadini e di essere stati assenti all’evento. Verso gli stessi non risparmia veleno quanto scrive “in mancanza di quei zulù c’era grillino di-rettore de “La Ronca” di Ceccano”.
Per i tempi che si stanno attraversando in Ceccano, a cominciare dall’incredulità e dallo sgomento provati per le dimensioni dello scandalo che ha colpito il ceto politico dominante, non vorrei che il presente articolo possa essere ritenuto uno strumento di distrazione di mas-sa”.
Al contrario, lo scopo di questo scritto è quello di utilizzare la notizia del ritrovamento dei due numeri del periodico per sollecitare, fra le persone e le forze politiche e culturali che aspirano a guidare nel futuro la città di Ceccano, la ripresa di un percorso che rimetta al centro la cultura, utilizzando a pieno il patrimonio di cui disponiamo (i due Castelli, Teatro Antares, Biblioteca, Mediateca).
I temi e gli argomenti non mancano: la conoscenza e l’approfondimento delle nostre radici oltre che le nuove e decisive questioni riguardanti l’inquietudine dei giovani, l’educazione, la pace, l’intelligenza artificiale e la sostenibilità del pianeta.
Prima di terminare faccio presente che le due copie trovate sono state già consegnate alla Biblioteca comunale. Intendo metterle a disposizione di chiunque voglia conoscerle e commentarle. La divulgazione, dunque, continua, chi è interessato a sapere sarà esaudito.
Insieme possiamo eliminare la palude e l’immobilismo che ci circondano. Insieme apriamo una nuova fase caratterizzata dall’impegno, dalla ricerca di conoscere e dal confronto conti-nuo.
Può esserci gloria per tutti!

Angelino Loffredi
Ceccano 5 dicembre 2024


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