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Compagnoni. Cento anni dalla nascita

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ANGELO COMPAGNONI. CENTO ANNI DALLA NASCITA

E’ difficile scrivere di Angelo Compagnoni senza avere come  riferimento il Pci, organizzazione che rappresentò nelle Istituzioni repubblicane nel corso del suo lungo impegno politico.
La connessione fra Compagnoni e il Pci avviene subito dopo il passaggio della guerra in Ciociaria, a ridosso della frenetica campagna di reclutamento promossa dalla costituenda sezione di Ceccano, avvenuta, infatti, il 16 luglio del 1944. In quel periodo la sezione non aveva ancora una sede ed il punto d’incontro era la bottega del sarto Sergio Carlini, nel centralissimo Largo Tomassini.
Chiaramente risulta che Compagnoni aderisce al partito il 29 novembre 1944, con tessera 044749, qualche settimana dopo l’ingresso del fratello Rocco, avvenuta invece il 4 novembre, numero di tessera 046746. Per i più interessati aggiungo che dal Registro degli iscritti ambedue risultano essere residenti in via Maiura 184 e che diversamente da altri aderenti, sono regolari pagatori dei bollini mensili delle loro tessere. Nel Registro comunque appaiono delle piccole imprecisioni da rilevare, la data di nascita di Angelo i non è quella del 25 settembre del 1921 ma erroneamente è indicata il 29 dello stesso mese. Per Angelo e Rocco viene riportata come professione quella di contadino. Questo riferimento è impreciso, in quanto, come il padre Pietroantonio, erano mezzadri del marchese Filippo Berardi, al quale curavano 12 ettari di terra, non tutta fertile, vivendo 10 persone in una casa di 96 metri quadrati, di cui la metà adibita a stalla.

È importante fare riferimento al giorno della sua iscrizione perché decisiva per gli sviluppi successivi. Avviene infatti attraverso il vicesegretario Peppino Masi ed in presenza di altri compagni. Dopo una lunga ed impegnativa conversazione, sotto certi aspetti sorprendente per tutti, perché mio padre, Umberto, presente all’incontro, raccontava che il giorno successivo il sindaco di Ceccano (comunista) Vincenzo Bovieri chiese a lui ed a Lorenzino Angelini di trovare un contadino da far partecipare ad una importante riunione del partito a Frosinone. Per tale incontro, i due con convinzione indicano il nome di Compagnoni e furono gli stessi ad andare a cercarlo per proporgli la partecipazione.
Angelo compagnoni nel suo libro "Diventare un uomo" conferma questo contatto "Lorenzino insieme a Umberto. Sbuffano dopo quei 5 chilometri a piedi" "ci  manda la Sezione per il convegno e tu dovresti rappresentare Ceccano. Ti va?"
Mio padre ricordava che Compagnoni non se lo fece ripetere due volte ed immediatamente accettò.
Quello che compagnoni nel libro riporta come convegno in verità era qualcosa di più importante poiché si trattava della prima conferenza di organizzazione del Pci tenuta domenica 3 di dicembre presso i locali dell’amministrazione provinciale e le cui conclusioni furono di un giovanissimo Enrico Berlinguer.
Per Compagnoni questo momento sicuramente rappresenta una grande occasione, non solo per misurare la forza che incontra, ma anche perché conosce Medoro Pallone di Sgurgola, responsabile della politica agraria della federazione, la persona che gli farà conoscere la condizione sociale del momento e lo istraderà verso l’impegno politico e, Vincenzo Bovieri, allora sindaco di Ceccano, già affermato dirigente del partito il quale lo avvierà e lo assisterà in un primo periodo verso gli studi. Non va dimenticato che Compagnoni aveva frequentato solo la scuola rurale (tre classi) ed aveva seguito per un breve periodo le lezioni  in una scuola (privata e gratuita) aperta nella zona da un certo Colapietro. L’adesione al partito, il contatto con Bovieri, l’ingresso nel giugno 1946 nell’organizzazione della Federterra  lo spingono a diventare autodidatta a tempo pieno, a studiare di notte, quando la cucina era libera, al lume della lampada a petrolio. A dimostrazione della necessità dello studio faceva proprie le affermazioni della madre "le persone non istruite sono come i ciechi a fare a sassate".
Nel marzo del 1945 Compagnoni a Ceccano crea la cellula "Maiura" del Pci. Tale organizzazione sollecita la costruzione dell’unità dei contadini della zona, permettendo a tutti di conoscere i Decreti del ministro Gullo e fronteggiare e respingere con fermezza le pretese del fattore del marchese Berardi abituato a vedere i contadini sempre divisi ed arrendevoli. L’aspetto più importante dei Decreti, che interessava e teneva uniti i contadini della zona, riguardava la ripartizione dei prodotti non più a metà ma con i 3/5 del prodotto al contadino.
Nel mese di luglio quando arriva il fattore a ripartire i prodotti incomincia da una certa Concetta, una donna silenziosa con un marito uscito dal manicomio, dall’aspetto debole e facilmente dominabile.  Concetta invece avanti a tante persone si oppone alle sue pretese e quando questi gli chiede con tono minaccioso "e come vorresti dividere?" risponde "come dice la legge".
Al fattore non resta che chiudere con un "perdio adesso anche Concetta si mette a parlare di legge "
La risposta decisa di Concetta e di tutti i contadini presenti ma in particolar modo le rassegnate conclusione che il fattore trae esprimono quel potenziale di lotta che nel corso degli anni cambierà la condizione delle classi subalterne e renderà l’Italia un paese civile
Compagnoni nel 1948 diventerà segretario della Federterra, nel 1952 segretario della CGIL, sempre nel 1952 consigliere provinciale, nel 1953 deputato, nel 1963 senatore, nel 1987 sindaco di Ceccano. ho preferito scrivere di vicende, fatti e considerazioni poco conosciute, forse inedite, sperando che possano contribuire ad una maggiore comprensione della vita e dell’azione di un grande protagonista della nostra epoca. Prima di terminare mi sento in dovere di dare una risposta a tanti che conoscendo la nostra lunga e continua frequentazione mi chiedono "quando e come hai conosciuto Compagnoni?"
A tutti rispondo, prevedendo anche una certa incredulità.
Compagnoni l’ho conosciuto nell’aprile del 1947. Non avevo nemmeno sei anni, quando in un comizio del segretario socialista Pietro Nenni portò i saluti dei comunisti di Ceccano.
Quel giorno mio padre mi portò alla Stazione ferroviaria del paese ad accogliere l’arrivo di Nenni. La cosa che mi stupì fu che portava un basco. Ricordo che erano presenti tanti cittadini, si formò un lungo corteo preceduto dal suono della Banda cittadina che gioiosamente, attraversando le principali strade cittadine, risali verso il centro del paese.
Nenni e Compagnoni parlarono dal balcone di in una casa situata nella parte inferiore di Piazza 25 luglio, abitata dal Direttore della centrale elettrica (Romana elettrica) di Ceccano, un certo Sabatini.
Compagnoni, che in quel periodo era assessore supplente presso il comune di Ceccano, da quel giorno per me divenne una persona familiare con il quale ho mantenuto sempre un cordiale, continuo rapporto di stima che nemmeno le ultime divisive vicende politiche legate allo scioglimento del Pci sono riuscite ad incrinare.
Angelino Loffredi
Ceccano, settembre 2021



 
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