Menu principale:
La manifestazione di sabato scorso lungo le vie di Ceccano, promossa dai costruttori locali, riportata da « II Messaggero » è determinata da una generale crisi del settore, rischia di essere strumentalizzata a causa di una carenza di informazione. È vero che c’è crisi, ma è errato pensare che Ceccano sia uno dei paesi maggiormente colpiti. Lo dimostrano i dati: in primavera l’Iacp consegnerà 84 appartamenti, nel prossimo Natale le cooperative Aurora 2. e Fabrateria ne consegneranno complessivamente 88; l’Iacp, inoltre, sempre in quel periodo, ne dovrebbe consegnare altri 120. A questo elenco vanno aggiunte 145 concessioni rilasciate dal Comune nell’ultimo anno.
Eppure c’è malessere. Più di 20 camions hanno sfilato per le vie protestando. In questa situazione il limite più grave è costituito dal fatto che, attorno al tema edilizio, manca un confronto chiaro tra l’Amministrazione comunale e le forze sociali dissenzienti. La cosa grave è che alcuni personaggi e gruppi questo confronto non lo cercano, anzi lo temono. Sabato, infatti, al termine della manifestazione ci si aspettava che tutti i partecipanti venissero in Comune a discutere con gli amministratori per esporre le loro proposte e mettere a confronto le rispettive posizioni. Gli organizzatori non lo hanno voluto. Perché?
« II Messaggero» riporta « a sentir loro » che alla base della protesta ci stanno le numerose bocciature di concessioni « geometri e costruttori » affermano, che i progetti non vengono vistati in tempi brevi. Le due cose hanno un fondo di verità ma è necessario saper cogliere tutti gli aspetti ed i particolari della questione: nel 1973 la Commissione edilizia si è riunita venti volte ed ha esaminato 305 elaborati, alcuni vengono respinti perché non hanno alcuna base normativa per essere approvati. C’è altresì in seno alla Commissione edilizia una discussione aperta fra il sottoscritto ed i tre rappresentanti degli ordine professionali circa il regime urbanistico esistente.
Il sottoscritto ritiene che il Piano Regolatore Generale osservato dalla Regione, in quanto privo della firma del progettista, non può ritenersi bocciato o decaduto mentre qualche componente della commissione sostiene il contrario ed altri, prima di decidere, chiedono una deliberazione chiarificatrice del Consiglio comunale. Il sottoscritto, a nome della Giunta Municipale, sostiene che la normativa vigente permette ancora una limitata attività edificatoria. Al contrario ritenere il Prg decaduto significa che nel centro urbano si possono fare solo restauri conservativi e che nelle zone agricole si può edificare con l’indice di me. 0,003 per mq. Ben poca cosa, dunque. Certo, non sarebbero più validi alcuni vincoli.
È la questione dei vincoli, infatti, che da fastidio a qualche gruppo « imprenditoriale ». Ci sono aree già accaparrate, progetti pronti, finanziamenti pubblici a disposizione: una miscela pronta per trasformare qualche area in una miniera d’oro. A buon intenditor.. Quando si parla di politica edilizia bisogna sapere cosa mettiamo al centro del discorso. Sarebbe naturale, direi scontata, la costruzione di case a basso costo per un numero maggiore di cittadini. Eppure non è così. Altrimenti non si spiega perché a qualche gruppo da fastidio che nell’arco di un anno si consegnino 292 appartamenti.
Nel comprensorio ciò ha significato occupazione. Come non si capisce l’attacco alle Cooperative che danno case a prezzi accessibili. Allora c’è da ritenere che al centro del discorso sulla politica edilizia si voglia mettere solo l’affare, se non il malaffare. È vero, come scrive « II Messaggero », rimane aperta la questione del Prg. Per la sua definizione la Giunta comunale ha aperto un confronto con l’opposzione democristiana dalla quale si aspettano indicazioni circa metodi e forme di partecipazione. Nel frattempo potremo vedere chi è che vorrà i rinvii o pretenderà cose assurde, chi vorrà l’edificazione e chi la paralisi.
(da IL Messaggero, 18 gennaio 1984)