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8 DICEMBRE 1944, SALUTINA ANTONETTI, LA PASSERELLA DI CECCANO.
Il ponte sul fiume Sacco era stato minato e fatto saltare in aria dai tedeschi in ritirata il 29 magggio del 1944 per ostacolare il passaggio delle truppe alleate.
Era stato progettato dall'architetto Palazzi e costruito nel 1859,in coincidenza con la realizzazione della ferrovia Roma-
Il primo provvedimento che venne preso riguardò l'installazione di una zattera che da terra veniva trainata a mano trasversalmente al corso del fiume, per mezzo di funi.
Costituì un provvedimento momentaneo, sperimentato per qualche settimana, infatti, dalla zattera si passò ad una rudimentale «passerella» poggiata su barche. Questo mezzo di passaggio era senz'altro migliore del precedente, ma non permetteva il transito dei veicoli, anche perché esso non era stabilmente fissato.
Questo accorgimento venne utilizzato per tutto il periodo autunnale.
A questo provvisorio transito sulle barche è legato un tragico episodio che commosse profondamente i cittadini ceccanesi.
Il giorno 8 dicembre del 1944, in occasione della festa dell'Immacolata Concezione, una donna di Vallecorsa, Salutina Antonetti, madre di quattro figli morì annegata.
Quel giorno ella viene a vendere il pregiatissimo olio del suo paese a Ceccano. Dopo aver venduto non si sa bene quante bottiglie di olio ad alcuni suoi clienti abitanti presso la Borgata, aldilà la passerella,. passato da poco mezzogiorno, vi si rimmette nuovamente per attraversare il fiume. La poveretta si avvia a percorrerla con la canestra sulla testa;il passo è spedito, quasi sicuro,forse anche lieto per il ricavato ottenuto dalla merce venduta. Ella non tiene nel dovuto conto che il fiume è in piena e che l'acqua fluttua minacciosa ai fianchi delle barche,facendo ondeggiare la passerella.
E durante questi brevissimi momenti che la donna, nella vana ricerca di mantenere la canestra sulla testa,alza tutte e due le braccia; è questione di un attimo:
un leggero movimento basta per farle perdere l'equilibrio, cadere in quelle acque minacciose e torbide da cui viene travolta inesorabilmente.
Il corpo verrà ritrovato qualche giorno più tardi,dopo estenuanti ricerche,proprio dove le acque del fosso Rovagno si uniscono a quelle del fiume Sacco.
Dopo qualche giorno,arriva una piena ancora più Possente e tale da distruggere le barche e la passerella. È una vera maledizione perché ancora una volta le comunicazioni fra le due parti del territorio di Ceccano rimangono interrotte per alcuni giorni, rendendo così molto difficile il rifornimento della farina e degli altri generi alimentari, che si prelevano quotidianamente dal magazzino del Consorzio Agrario di Frosinone. Si pensa allora di costruire qualcosa che abbia maggiore efficacia e solidità:viene approntata una passerella costituita di traverse ferroviarie tenute insieme ai fianchi da un pezzo di rotaia, e poggiante,proprio a metà del fiume su quello sperone di pietra che ancor oggi visibilmente emerge dall'acqua, ultimo residuo del vecchio ponte di legno esistente un secolo prima.
Angelino Loffredi