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ORBAN E MUSSOLINI
In questa epoca di Corona Virus e di diffusi allarmi planetari si sta parlando, poco e male, di alcune preoccupanti questioni che stanno accadendo in Ungheria ad opera del suo primo ministro Victor Orban. Pur essendo il paese magiaro poco colpito dal morbo, con il pretesto di volerlo fronteggiare, ha chiesto al Parlamento Poteri Speciali. Li ha ottenuti attraverso il sostegno di 137 parlamentari contro 53.
Inevitabilmente si aperta una discussione se si tratti di un colpo di stato, se esista una situazione di prefascismo oppure se la situazione sia normale, da non destare preoccupazione per la democrazia, in quanto la risoluzione è stata presa da un Parlamento eletto democraticamente.
Certo identificare l’Italia del 1922 con l’Ungheria del 2020 può essere un azzardo, una forzatura. Pur tuttavia crediamo sia necessario provare ad evidenziare alcuni aspetti che tendono a somigliarsi.
Fra tutti il linguaggio ed i contenuti usati dai due capi: Mussolini e Orban. Il primo, il 16 novembre del 1922 alla Camera urlava " Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli: potevo sprangare il Parlamento e costituire un governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto " Per terminare con una ancora più chiara intimidazione " Io non voglio, finche mi sarà possibile, governare contro la Camera, ma la Camera deve sentire la sua particolare posizione che la rende passibile di scioglimento fra due giorni o fra due anni ".
Orban, una settimana fa, nel chiedere i Poteri Speciali al Parlamento in tono di sfida, non solo all’opposizione, ha detto "Dovete uscire dalla vostra confortevole nicchia. Per qualche tempo dobbiamo organizzare le nostre vite in modo diverso. Il potere di controllo del Parlamento è quello della sua maggioranza e risolveremo questa crisi con o senza di voi".
In Italia, il 17 novembre del 1922 la Camera approvava il governo Mussolini con 306 voti a favore (Liberali, Fascisti, Nazionalisti, Popolari) e 116 contrari ( Massimalisti, Riformisti, Comunisti, Repubblicani ) e 7 astenuti. Era una Camera, con 37 deputati fascisti, eletta nel 1921, in una competizione elettorale caratterizzata già dalla violenza fascista, tollerata dal presidente Giolitti, ma per la quale comunque fu possibile votare.
Esiste un’altra similitudine: il 24 novembre 1922 ad una settimana dal suo insediamento, anche Mussolini chiese ed ottenne i Pieni Poteri, con una differenza rispetto ad Orban. Mentre Mussolini li chiese per un anno, Orban li chiede addirittura per un tempo indeterminato.
Sulla base dei poteri speciali assegnati dal Parlamento ungherese, dominato dal partito chiamato Unione Civica Ungherese, il governo potrà discrezionalmente stabilire il coprifuoco, utilizzare i militari per dirigere le imprese essenziali ma in particolar modo, scavalcando il potere della Magistratura, sarà possibile imprigionare per 4 anni giornalisti (refrattari) che "diffondono notizie ritenute false", colpendo al cuore la libertà di stampa. A proposito di Magistratura è necessario puntualizzare, sempre a proposito di similitudini, che mentre Mussolini impiegò quattro anni per Istituire i Tribunali speciali, Orban ha già realizzato una condizione peggiore. Da questo anno infatti è prevista l’istituzione di Tribunali Speciali che dovranno esprimersi su varie questioni: dal diritto di assemblea della stampa, dagli appalti pubblici alle elezioni. E’ il ministro della Giustizia a controllare questi nuovi tribunali,, sarà sempre lui a nominare i nuovi giudici. La ripartizione dei poteri dunque è già scomparsa.
Non possiamo prevedere cosa succederà in Ungheria, sarà comunque importante la reazione dell’Unione Europea, però possiamo riportare quello che successe in Italia.
Il 22 dicembre il governo concesse un’amnistia, n.1641, attraverso la quale non venivano puniti i reati che avevano una motivazione " nazionale ", pertanto attraverso tale presupposto i reati di pestaggio, devastazione e assassinio da parte dei fascisti, avvenuti durante gli anni 21 e 22 d’un colpo vennero amnistiati.
Il 14 gennaio 1923 venne costituita la Milizia Volontaria di Sicurezza Nazionalenella quale confluirono tutte le camice nere che giuravano fedeltà non al Re ma a Mussolini. Iniziarono i licenziamenti verso i ferrovieri, la più combattiva categoria antifascista. Venne abolita la Festa del 1 maggio. Incominciarono le violenze anche contro i nazionalisti, popolari e repubblicani. Venne votata una nuova legge elettorale che prevedeva l’assegnazione del 75 % dei deputati alla lista che raccoglieva il 25% dei voti. Potremmo seguitare ancora ma per problemi di spazio ci fermiamo, perché ci preme puntualizzare alcune importanti questioni. Quella Italiana era una situazione nella quale oltre ad esistere una Camera eletta, non venne abolita la libertà di stampa, non furono soppressi i partiti (lo saranno nel 1927 con le leggi chiamate Fascistissime), rimase in piedi lo Statuto Albertino, garante (sulla carta) dello Stato di diritto ma contemporaneamente si incendiavano i giornali di opposizione, si assaltano le sedi di partito e si pestavano i deputati con la complicità degli apparati statali.
Coloro che oggi acriticamente difendono i provvedimenti di Orban, rifacendosi ad una scelta del Parlamento magiaro, senza andare a verificare il contesto generale, già dominato da chiari aspetti autoritari, non esaltano il parlamentarismo ma si limitano a esercitare del " cretinismo parlamentare ".
Lucia Fabi Angelino Loffredi
Ceccano 4 Aprile 2020