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IL BOOMERANG DELLE SANZIONI
In questo periodo ho scritto ed affermato con convinzione che le sanzioni non hanno mai fatto cadere i governi colpiti ma anzi li hanno sempre rafforzati, avvicinati al popolo e tenuti in carica. Con un distinguo, mentre prima, nei decenni passati, l’economie erano nazionali e quindi il paese colpito lo era economicamente ma non dal punto di vista politico, ora invece con l’estensione della economia globalizzata e per la inevitabile interdipendenza bisogna mettere nel conto che anche i paesi sanzionatori potrebbero risultare colpiti e notevolmente danneggiati.
Ritorno quindi a riporre l’attenzione sulla necessità di conoscere concretamente i risultati delle sanzioni occidentali verso la Russia e le conseguenti ripercussioni..
Ricordate con quanta sicurezza si prevedeva, attraverso le stesse, l’inevitabile, rapido tracollo dell’economia russa? Tutto accompagnato da sanguinose ribellioni popolari e dalla fine di Putin attraverso una congiura di palazzo. Qualche giornale statunitense proprio in questi giorni ha scritto che la popolarità di Putin nel suo paese è addirittura aumentata.
Indubbiamente la situazione in quel paese non deve essere buona, certamente le difficoltà saranno enormi. Anche io mi pongo la domanda: fino a quando?. Certamente non fino a domani. Nello stesso tempo rifletto anche sul fatto che gli occidentali sono arrivati al sesto pacchetto di sanzioni. Sei, non uno. Provvedimento che finora non conosce risultati concreti ottenuti. Ancora non vedo un’attenzione necessaria ad esaminare le ripercussioni che stanno determinando non solo in Russia ma anche da noi in Italia, nell’interno delle nostre famiglie, nel nostro tenore di vita.
Qualche settimana scrivevo di economia di guerra, https://www.loffredi.it/l-
Conosciamo con grande insistenza informativa delle confische delle proprietà degli Oligarchi russi,effettuate in Italia. Per Oligarchi intendo coloro che rapinarono, attraverso le privatizzazioni volute da Elsin e Putin, le ricchezze pubbliche ex sovietiche. E vero sono contento quanto vengono colpiti i profittatori del Regime Putiniano ma nello stesso tempo, concretamente, chiedo: "chi pagherà anzi chi sta pagando per la conservazione e la manutenzioni di tali proprietà" ?
Chiarisco subito chi mi sta seguendo che non sono in grado di fare una descrizione dettagliata dell’accaduto ma provo ad evidenziare e divulgare solo quel poco che si riesce a conoscere.
Mi ha colpito notevolmente infatti venire a conoscenza, attraverso uno studio non dei Putiniani di casa nostra ma della Coltivatori Diretti, che tra i prodotti alimentari prodotti in Italia più venduti in Russia ci sono vino e spumanti per un valore attorno ai 150 milioni di euro, il caffè per 80 milioni di euro, l’olio di oliva per 32 milioni di euro e la pasta per 27 milioni di euro.
Le sanzioni ci hanno fatto ricordare che l’Italia è il primo Paese fornitore di vino in Russia, con una quota di mercato di circa il 30%, davanti a Francia e Spagna, ed ha registrato nel 2021 un boom della domanda di spumanti a partire da Prosecco e Asti. Inoltre abbiamo anche denominazioni apprezzate ma ora danneggiate dalle sanzioni quali anche i vini Dop toscani, siciliani, piemontesi e veneti, oltre che salumi Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Prosciutto di Parma e San Daniele.
E’ a rischio anche il nostro tartufo, sempre più apprezzato dai russi, per un valore di ben 30,2 milioni di euro.
Gli effetti delle sanzioni, voluti dal Governo Draghi, rischiano dunque di cancellare completamente dai mercati la produzione italiana.
Ecco perché seguito a preferire che in Ucraina si ipotizzino e si realizzino corridori umanitari, tregue, compromessi, iniziative diplomatiche promosse da un’ Europa indipendente e non cessioni di armi e sanzioni boomerang.
Angelino Loffredi
Ceccano 3 Maggio 2022