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Un ritorno al passato guardando il futuro

PUBBLICAZIONI > Ceccano nel tempo


In qualsiasi luogo una persona si trovi è difficile sfuggire al suono ammaliatore delle Bande Musicali perchè  il richiamo è sempre forte e coinvolgente. Riguarda chiunque e di qualsiasi età.
Ancora avverto un fremito a sentire quelle note che attraggono tutti, anzi solle- citano ad avvicinarsi al gruppo musicale ed a diventare attivamente compartecipi.
Per quanto riguarda poi il suono della Banda Musicale di Ceccano c’è qualcosa in più: un legame ancora più forte che mi fa tornare ad un passato lontano nel tempo ma sempre vicino nelle sensazioni e nei miei più personali sentimenti.
Intimamente connessi alla mia funzione di Sindaco ed a quel pomeriggio del 31 marzo del 1982, quando il Consiglio Comunale di Ceccano approvò la costituzio- ne della Banda Comunale con annesso Regolamento. La banda ven- ne chiamata per qualche anno an- cora “I pulcini di Ceccano” perché era composta da allievi adolescenti, che avevano brillantemente supera- to i relativi esami, previsti nei due anni di partecipazione al corso di orientamento musicale.
Il   Regolamento   approvato era  formato da  dodici semplici e comprensibili  articoli  che  non  si prestavano  a  doppie  o  equivoche interpretazioni. Inoltre, prevedeva un Comitato di Gestione che comprendeva oltre al Sindaco- Presidente, l’Assessore alla Cultura , il Direttore della Banda, anche i rap- presentanti di tutti i gruppi consiliari e cinque rappresentati dei genitori.
Partecipando in quegli anni  alle sedute, come Sindaco, ebbi modo di verifica re la validità del  Comitato, così come era stato strutturato. Esso, infatti, favoriva una sostanziale unità   (non badando agli schieramenti) tra i componenti del Consiglio Comunale e gli altri rappresentanti, guardando esclusivamente agli interessi della Banda. In particolare era la partecipazione dei genitori che sollecitava sempre consigli e suggerimenti appropriati, ai quali seguivano interventi ed azioni concrete. In- somma avevamo inserito un decisivo strumento di partecipazione, eliminando ogni forma di delega.
L’altro dato utile da ricordare riguarda il fatto che con la costituzione del co m- plesso bandistico, il Comune seguitò a mantenere attivo e funzionante il “corso di formazione musicale”. Il corso è servito come serbatoio e selezionatore per attingere a nuovi talenti idonei a far parte del complesso.
Ad un anno dalla costituzione, il giorno della Festa del Patrono, i 57 ragazzi della Banda ebbero il loro battesimo ufficiale sfilando, in divisa rosso bleu, per le strade di Ceccano,  sotto lo sguardo fremente ed orgoglioso dei rispettivi genitori, e tenendo il loro primo ed applauditissimo concerto proprio sulla piazza del Comune.

Il 22 giugno del 1985,inoltre, inaugurammo l’Auditorium Comunale (ex Cinema Italia) che divenne così la struttura stabile del Complesso, ponendo fine al girovagare verificatosi negli anni precedenti, quando si andava da sito a sito per fare le prove.
Il Complesso bandistico comunale non è stato solamente un importante punto di rife-
rimento artistico- culturale, ma anche uno strumento decisivo per la formazione di un grande patrimonio educativo, di impegno e di amicizia..
Le spese per il funzionamento della banda furono basse, così come  quelle per
l’avviamento della biblioteca comunale.
Mi fa star male vedere, a tanti anni di distanza, l’attacco ostinato e perverso che i poteri centrali e regionali stanno facendo verso gli Enti Locali, dimezzando i flussi finanziari, colpendo così servizi fondamentali e l’intelaiatura di quello che viene chiamato stato sociale.
La spesa fu bassa, dicevo, non l’ho mai considerata un costo ma un investimen- to moltiplicatore. Con pochi soldi, infatti, il Comune  iniziò   una politica artistica,
culturale, educativa, socializzante. L’eccezionale risultato ottenuto in tutti questi ve n- titre anni è incommensurabile anche perchè nessuno potrà mai  quantificare i vantag- gi avuti dai ragazzi, dalle famiglie e dalla comunità ceccanese.
Ho l’impressione, purtroppo, che siamo arrivati ad uno snodo decisivo  della vita nazionale e cittadina perché con il pretesto di eliminare aree di inefficienza e sperpero, si va a colpire servizi e funzioni importantissimi, che costituiscono il pila- stro fondamentale su cui ruota un circuito virtuoso di crescita, sapere e sviluppo.
Non voglio aprire una discussione sulle politiche economiche e di bilancio ma ritengo anche che non possiamo rimanere indifferenti  ed inerti a guardare una contrazione indiscriminata di risorse. Si taglino pure le spese improduttive, quelle parassitarie, che indubbiamente esistono, e nello stesso tempo si riducano anche le spese per le guerre, ma facciamo in modo che alla fine di questo percorso  non si butti il bambino lasciando invece l’acqua sporca.


5/2/2005


 
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