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A CECCANO UNA LENTA E CONTINUA AGONIA
L’esperienza " simil-
Nel momento in cui si esauriva la lunga fase delle amministrazioni ispirate dal centro sinistra, per via della mancanza di progettualità e più in generale di una idea di città, oltre che dalla continua contrapposizione fra persone, si andava affermando e successivamente si affermò una coalizione di forze la cui parola d’ordine era "ne destra, ne sinistra, ne affari ". Troppo poco per vincere ma un vecchio adagio latino dice " Fortunati coloro che hanno un solo occhio nella terra di ciechi ". E così fu !
La politica però con il passare del tempo dimostra di essere una scienza quasi esatta perché non permette di vivere di rendita e prima o poi presenta sempre il conto. Alla data di oggi 3 consiglieri comunali (Michelangelo Aversa, Pino Malizia, Mauro Roma ) non fanno più parte della maggioranza. Questo è il dato politico ineccepibile. Poi ci stanno voci, forse veritiere, ma mai confermate e nemmeno smentite che ipotizzano il passaggio in maggioranza di un consigliere eletto fra quelli di opposizione. Se così fosse, le forze in campo vedrebbero 8 consiglieri all’opposizione contro nove, compreso il sindaco, nella maggioranza.
Uso il modo condizionale perché può essere che il sindaco anche in queste ore si stia adoperando per allargare la maggioranza e che esistano trattative in corso, di cui non conosco gli attori ne l’oggetto dello scambio.
Merita, anche se sinteticamente, essere ricordato che la coalizione vincente nel 2015, si autorappresentò come alternativa ai partiti ma con il passare del tempo gradualmente ha sempre più acquisito caratteristiche di destra (Fratelli d’Italia). Le ultime polemiche emerse per il mancato successo della candidata Ginevra Bianchini alle elezioni provinciali di gennaio infatti lo confermerebbero.
L’altro dato che merita di essere evidenziato riguarda la refrattarietà da subito evidenziata e ufficializzata dalla Lista Nuova Vita verso metodi amministrativi accentratori e escludenti usati dal vice sindaco Ruspantini.
La caratteristica della crisi in atto riguarda il fatto, questo si inedito, che non nasce da una forte pressione critico-
In queste ore, cosa sta succedendo? Quali sono le posizioni degli oppositori ? Quali sono le iniziative prese o da prendere? Esiste un avvicinamento fra le componenti sconfitte nel 2015 ? E su quale terreno ? A tante domande poste potrei rispondere : niente. O meglio è annunciata solo una iniziativa promossa per giovedi dal segretario dei Socialisti, Antonio Ciotoli. In verità la cronaca cittadina evidenza, almeno a seguire FB, il primato di attenzione e di consenso verso la Lista Nuova Vita e nei riguardi di Mauro Roma, fino ad ora il consigliere comunale che si presenta "alternativo" allo stesso sindaco.
Non so come andrà a finire. E non lo so veramente, ma un dato debbo evidenziare. A due anni dalle elezioni comunali, da quella solenne sconfitta nessuna delle forze che dovrebbe essere alternativa alla coalizione del sindaco ha avviato una serena discussione sulle cause della catastrofe. Nessuno ha provato a spiegarci perché è stata annullata e dispersa una relazione sentimentale fra i cittadini e i partiti che avrebbero dovuto rappresentare i valori della sinistra. Ancora oggi prosegue lo scarica barile delle responsabilità. La colpa è del destino, per loro, cinico e baro.
Oggi tutto si riduce agli uomini e alle donne da candidare a sindaco sulla base della simpatia o della amicizia, addirittura della fotogenia.
Ancora non assisto ad una discussione che metta al centro i nostri drammi: l’amaro calice quotidiano da sorbire, inquinamento atmosferico e del fiume Sacco, la rapina dell’Acea, il sistema sanitario, il girone infernale del Pronto soccorso di Frosinone, la disoccupazione e via drammatizzando.
Il vuoto della politica è parzialmente riempito dall’attività delle varie Associazioni cittadine, sempre lasciate sole, ignorate. Comincio a pensare che tale atteggiamento nasca anche dal fatto che le stesse possano diventare concorrenziali.
Insomma vedo nello scenario politico uno spappolamento diffuso, una corsa individualista all’assalto alla diligenza e alla conquista di sostenitori disponibili a dire solo di si.
La lezione del 2015 e gli ultimi anni di divisioni e di abbandono dei cittadini al loro destino devono indurre i dirigenti di partito e i nuovi aspiranti alle cariche pubbliche a capire che la politica, la bella politica, è quella che mette insieme programmi e interessi generali con le persone che tali interessi hanno dimostrato quotidianamente di saper rappresentare.
Non esistono accorciatoie o furbate.
Angelino Loffredi
14 febbraio 2017