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Manifestazione per i caduti sul lavoro

PUBBLICAZIONI > Ceccano nel tempo

La città di Ceccano è in lutto. Una contrada come quella di Colle Pirolo, dove intensi sono i legami familiari, è ancora incredula per la scomparsa di Giovanni Del Brocco, di appena 22 anni, avvenuta in un cantiere  ad Albano.
Dolore, lutto, incredulità: questi sono i sentimenti che accomunano la comunità ceccanese, espressi dal Sindaco, Antonio Ciotoli e da tutta la cittadinanza.
Faccio parte di tanti ceccanesi che intendono aggiungersi al cordoglio e stringersi attorno alla famiglia Del Brocco duramente provata per la perdita di un giovane stimato ed abituato a lavorare.
L’elenco dei caduti sul lavoro,dunque, si allunga minacciosamente: dall’inizio dell’anno 1013. I giornali parlano in modo molto diffuso dell’accaduto ma fra qual- che giorno quando i riflettori si spegneranno c’è il dovere di capire di più.
Per comprendere meglio tutto quello che è avvenuto in questi anni in Italia sul tema del lavoro è utile tener conto di una ricerca fatta dall’Amministrazione Provinciale di
Roma e voluta dall’Assessore Gloria Malaspina sulle “Morti bianche” e gli infortuni sul lavoro nel Lazio durante il 2006 e come tutto ciò sia stato rappresentato dai media.
Il famoso rapporto Argo, disponibile gratuitamente per chiunque sia interessato a conoscere questo tragico fenomeno in tutti gli aspetti che lo caratterizzano.
Da tale inchiesta risulta che nel periodo analizzato nella nostra Regione vi sono stati circa 60.000 incidenti sul lavoro e 151 morti accertati ufficialmente. L’attenzione della TV nazionale, purtroppo, è stata irrilevante mentre quella del tg3 regionale ha co- perto solamente il 20% dei casi luttuosi. C’è stata una maggiore attenzione da parte della carta stampata ma pur sempre inadeguata. Su 151 casi di morti i giornali che hanno fatto più articoli sono stati l’Unità con 27, Liberazione 21, Corriere della Sera 19, Repubblica 17; Il Sole 24 ore, ovvero il giornale di Luca Cordero di Montezemolo, 0, zero. E’ interessante rilevare  che l’Osservatore Romano, giornale della Santa Sede, dopo i due giornali della sinistra è quello che ha fatto più articoli: venti. Ma merita riportare il pensiero dello stesso giornale che ha argomentato tali pezzi: le morti e gli incidenti “ non sono un prezzo obbligatorio da pagare alle leggi dell’economia ma derivano da una concezione ottocentesca del lavoro, nella quale i diritti sono intralci e l’impiego quasi un regalo”
In tutti questi anni morire per il lavoro non è stata mai una notizia ed anche quando venivano riportate non venivano mai accompagnate da inchieste o st
rumenti di approfondimento. Forse perché il lavoro si è ritenuto  oramai declinante e prossimo a sparire. Una previsione sbagliata in quanto gli operai in Italia, anche se frantumati, non sindacalizzati, indifesi e non rappresentati politicamente raggiungono la ragguardevole cifra di otto milioni. Una grande, eccezionale forza da organizzare per far contare di più. Oggi, più che mai, interessarsi, intervenire e combattere contro la strage degli innocenti non vuol dire inseguire o fronteggiare aspetti residuali, ma stare dentro fenomeni decisivi, nevralgici, riguardanti il presente ed il futuro della dignità umana e del conflitto di classe.

La morte di Giovanni Del Brocco e  la scia di sangue che si sta estendendo stanno a ricordarci che con queste stragi vengono al pettine tanti nodi irrisolti quali la questione degli interminabili orari di lavoro, del precariato, del lavoro nero, dei ritmi, del subappalto, dei mancati investimenti per la sicurezza, dei controlli inesistenti. Come non affermare con energia che il lavoro è diventato merce e che per increme n- tare il profitto non si rispetta la dignità umana ed il valore della vita.
L’Amministrazione Comunale di Ceccano e gli Enti Locali debbono sapere che di fronte a tale emergenza si impone il dovere di mettere al centro dell’attività ammi- nistrativa il lavoro e la tutela dei diritti per non essere oggettivamente complici di silenzi, disattenzioni e dilaganti prevaricazioni.


19/12/ 2007


 
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