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Sul voto cileno

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IN CILE UN SORPRENDENTE RISULTATO DA CAPIRE

L’esito delle elezioni presidenziali cilene con la sorprendente vittoria del giovane Gabriel Boric, mi accorgo, purtroppo, sta perdendo d’interesse sia mediatico che politico. Nello stesso momento ritengo che tale risultato vada ripreso e meglio esaminato non per aggiungermi  al coro dei lodatori  ma per provare a capire meglio, per riuscire a cogliere le novità che hanno determinato tale successo e se possono dare un aiuto alla impaludata questione italiana.
Provo pertanto ad avviare un esame non facile, per via delle scarse fonti d’informazione a disposizione ma sempre più necessario.
Avvio la ricostruzione avendo come punto di riferimento un dato sempre sottovalutato ma di cui bisogna avere conoscenza. Mi riferisco al fatto che la dittatura del generale Augusto Pinochet, avviata nel 1973, non fu solamente criminale e crudele ma anche lo strumento attraverso la  quale vennero sperimentate le teorie riguardanti il liberismo senza regole (da contrapporre al Keinesismo ed al Socialismo) teorizzate dall’Università di Chicago, attraverso il pensiero di Milton Freidman. E’ in Cile infatti, prima che nel Regno Unito della Margaret Thatcher e negli Stati Uniti di Ronald Reagan che i Chicago Boys, intellettuali americani catapultati in Cile, diventano i protagonisti dello smantellamento dello Stato Sociale cileno e dell’avvio delle privatizzazioni. Tali interventi permettono di incrementare lo sviluppo economico (PIL) ottenendo così un consenso internazionale e drogando l’informazione interna. Il paese statisticamente cresceva ma a favore dei ceti proprietari e a danno dei salari, della salute e dell’educazione dei cittadini. Crescevano smisuratamente inoltre le disuguaglianze.
La caduta del potere personale di Pinochet nel 1988 non significò una rimessa in discussione di tali politiche economiche. Non dimentichiamo che Il centro sinistra, rappresentato da socialisti e democristiani, ha diretto il Cile sia con maggioranze parlamentari che con Presidenti democraticamente eletti (Alwin, Frei, Lagos, Bachelet) per un periodo superiore a quello delle destre. Il dato che merita di essere riportato è che durante questo lungo periodo non sono avvenuti significativi cambiamenti nelle politiche economiche e sociali. Insomma il centro sinistra ha diretto il paese praticando indirizzi  economici antipopolari, di stampo liberista. Pur dopo la fine del generale Il liberismo economico insomma è rimasto il dato strutturale dominante.
Cosa è avvenuto di nuovo in questi ultimi anni ? Provo a sintetizzare. Dal 2018 l’aumento del costo del biglietto della Metropolitana scatena la protesta. Un problema apparentemente settoriale e marginale da l’avvio ad una serie di proteste e di richieste che determinano,  a cascata, altre proteste riguardanti prima di tutto  la gratuitità della scuola e della sanità. Si affermano il ruolo delle donne, dei sindacati e dell’ambientalismo. Queste lotte all’inizio settoriali, guidate, prima ed anche successivamente da giovani universitari, nel corso del tempo si sono unificate in modo tale da costituire una piattaforma economica e sociale chiaramente radicale e alternativa, anche a quelle dei partiti del centro sinistra. Il programma nasceva dal basso,  non veniva calato dall’alto da qualche Centro Studi illuminato ma scaturiva dai bisogni primari e dalle lotte dei cittadini. Lotte ampie e profonde tanto da mettere in discussione i massimi dirigenti degli stessi partiti di centro sinistra.
L’altro aspetto che mi interessa evidenziare riguarda il fatto che l’insieme di tali tumultuose e sconvolgenti lotte ha permesso di far emergere ed affermare nuovi soggetti politici ed un nuovo personale politico. Scusatemi se penso alle inutili, interessate, furbesche ed inconcludenti discussioni italiane riguardanti l’antagonismo fra giovani ed anziani. Quante stupidaggini abbiamo letto e sentito riguardante la Rottamazione, per anni strumento di distrazione di massa. Certo il ricambio ed il rinnovamento dei gruppi dirigenti è sempre importante e necessario ma  può e deve essere risolto sapendo che il ceto politico che si deve affermare deve essere quello che sollecita, organizza, dirige le lotte e ottiene risultati. Indipendentemente dai dati anagrafici.
Per chi vuole approfondire ritengo che le vicende cilene offrano comunque importanti dati e situazioni su cui riflettere. Lo dice uno che non crede all’esportazioni o alle scopiazzature delle esperienze realizzate in territori lontani.
Angelino Loffredi
Ceccano 25 dicembre 2021


 
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