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Risposta a Maurizio Cerroni

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PERCHÉ L’ARTICOLO DI MAURIZIO CERRONI NON È CONDIVISIBILE

Sul giornale https://www.unoetre.it/it/ è stato pubblicato un commento di Maurizio Cerroni sulle ultime elezioni comunali tenute a Ceccano. Rilevo che dopo tanto tempo, Cerroni torna a scrivere di politica. Giornalisticamente parlando dovrei scrivere: «questa è la notizia». Di solito defilato e apparentemente assente, questa volta invece, con "alzo zero", interviene con uno scritto su cui immediatamente non concordo sia perché non vengono ricostruiti bene fatti e situazioni e poi perché non offre un collante per la ricostruzione di una unità fra le forze del centro sinistra.
Ritenevo comunque che socialisti, pidini, compagni, verdi, i giovani di Cives, Corsiani pro tempore, la stessa Emanuela Piroli cogliessero l’occasione per esprimere le proprie posizioni, approfondendo il tema e contemporaneamente provare ad avviare un difficile ma necessario confronto. Purtroppo assisto a un incomprensibile silenzio. Mi chiedo perché:«incapacità a confrontarsi, spocchia di chi ritiene Cerroni non degno del confronto o perché si è d’accordo»?
Di fronte a questo incomprensibile vuoto sono costretto allora a prendere carta e penna per provare a dire il perché l’articolo di Cerroni non è condivisibile. E’ vero che si percepisce la sua contrarietà sia verso la scelta fatta dal suo Circolo di sostenere Marco Corsi, che la rinuncia a presentare la lista di partito, tuttavia non leggo chiare espressioni critiche e autocritiche nei confronti di tali lesionistiche scelte. Il suo intervento appare timido e sfuggente nel riprenderne le fasi precedenti e le posizioni diverse, se ve ne furono. Ma chi  dirà mai ai Ceccanesi quante furono le persone che parteciparono a tale suicidio (sette, otto, nove?) e quante lo contrastarono. Quale fu il ruolo del Presidente del Consorzio industriale Francesco De Angelis, eletto a tale carica anche con il voto di Roberto Caligione ?
Gli errori compiuti in quest’ultimo anno dal centro sinistra, gli antagonismi personali, le incomprensioni, il fatto che la caduta di Caligione sia stata percepita dai cittadini più come una congiura di palazzo che non il risultato finale di un vasto movimento di popolo alternativo alla destra, vengono da lontano. La crisi interna del PD, con la serie di Commissari, purtroppo si è ripercossa negativamente su tutto lo schieramento del centro sinistra e oggi se ne pagano le conseguenze. Rinuncio a sottoporre a chi legge e a Cerroni, le continue attenzioni da me poste in  momenti importanti della vita politica ceccanese ma per aiutare la discussione mi limito solamente  far conoscere un articolo scritto 5 anni fa  lt https://www.loffredi.it/una-sconfitta-annunciata.html su cui nessun politico è mai intervenuto.
Con rammarico mi accorgo che non esiste da tanti anni un dibattito critico e serrato fra forze e associazioni politiche, manca un continuo confronto, tutto si riduce a qualche esternazione. Per tanti anni ho visto persone entrare nei partiti e uscirne senza dire perché. Se da una parte i partiti vengono usati come porte girevoli, gli stessi partiti sono privi di una vita interna democratica e di legami con i cittadini, ridotti ad essere comitati elettorali.
Il commento sul dopo elezioni da parte di Emanuela Piroli, dopo una campagna elettorale dignitosa e promettente, mi è parso riduttivo e consolatorio. Sono convinto infatti che poteva volare molto più alto ma questo non può autorizzare Cerroni a scrivere di una sinistra " pariolina, autoreferenziale, una sorta di elite che parla a piccoli settori della società ceccanese" E’ un giudizio ingiusto e sprezzante. E poi a riflettere bene quel piccolo settore occupato dalla coalizione " Il coraggio di cambiare " è superiore al niente ottenuto dal PD, inutilmente mascherato di civismo.
Precisavo che l’intervento di Cerroni è privo di un collante funzionale alla ricostruzione dell’unità del centro sinistra. Intendo dire che l’unità fra forze appartenenti alla stessa Area politica non si realizza con persone "sole al comando", né con la simpatia, ma solo quando gruppi dirigenti esprimono ed entrano in connessione e si fanno interpreti dei bisogni, attese, speranze di estesi strati sociali. Ecco allora la necessità per chi vuole definire un accordo solido e non effimero:
di affrontare e definire una lotta permanente per spingere Acea a rispettare il contratto;
per spingere il Consorzio industriale a far funzionare il sistema dei depuratori e lanciare la caccia agli industriali avvelenatori del Sacco;
 chiedere di ripristinare i servizi ospedalieri;
istituire i servizi sanitari domiciliari senza lasciarsi dominare dalle pressioni dei tifosi di Zingaretti che ancora, sfacciatamente, vorrebbero farci credere che tutto va bene.

Non intendo fare il programma agli oppositori della destra, su cui, diversamente da Cerroni, penso sia molto più fragile e battibile, ma limitarmi solamente a indicare che i contenuti vanno posti prima della scelta delle persone.

Angelino Loffredi
14/11/2020


 
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