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Anche se in modo ancora confuso e disordinato si è aperta la discussione riguardante il Referendum per il quale saremo chiamati a votare in autunno. Vorrei, pertanto partecipare a tale confronto approfittando della disponibilità offerta dal sito www.unoetre.it partendo proprio dalla legge costituzionale approvata il 16 aprile 2016 avente per oggetto:
" Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione "
Gli impegnativi temi in oggetto sembrerebbero essere cinque, comunque tanti, ma se si va ad esaminare l’insieme di tale legge, composta da 41 articoli, ci accorgiamo che gli articoli della Costituzione da eliminare o modificare arrivano ad essere ben 47. Cifra sproporzionata se solamente consideriamo che la Costituzione ne conta 139.
Non si tratta dunque di un aggiustamento o un necessario adeguamento ma di uno scardinamento della stessa. Se poi mettiamo in diretto rapporto tale disegno con la legge elettorale denominata Italicum c’è da prevedere conseguenze dirompenti e inquietanti tali da capovolgere il sistema delle garanzie, degli equilibri istituzionali, dei pesi e contrappesi necessari in ogni Costituzione per preservarne la natura democratica.
Ricordo a chi legge che la nostra Costituzione non è rigida, è per sua natura flessibile tanto è vero che in questi anni ha avuto ben 26 modifiche. Modifiche che non demolivano l’impianto complessivo.
C’è una accusa ricorrente, usata senza cognizione di causa che sia la Costituzione la responsabile dei ritardi nell’esecuzione di atti importanti quanto invece le responsabilità sono legate proprio al fatto che i suoi valori e le sue disposizione non sono stati realizzati fino in fondo.
La domanda delle domande da porre è una e sicuramente importante: quale è il vantaggio che ne trarranno i 135.000 disoccupati della provincia di Frosinone, i 352 dipendenti della Video rimasti senza forme di protezione o delle migliaia di persone che stanno rinunciando a curarsi per mancanza di disponibilità economiche ?
Oltre a questo aspetto a chi è interessato veramente a confrontarsi esprimo un’altra considerazione certamente non marginale e che tocca la natura di ogni Referendum: il diritto-
Infine e mi avvio a concludere questo primo intervento, chiedo perché non si elimina completamente il Senato, preferendo inventare l a formula del " superamento del bicameralismo paritario " sapendo che di fatto sarebbe un Dopolavoro per Consiglieri Regionali?.
C’è di più: 95 senatori su 100 che andranno a comporre il sedicente Senato saranno i rappresentanti delle Istituzioni territoriali ( Regioni, le due province autonome di Trento e Bolzano, sindaci ) Il dato più inquietante che emerge dalla proposta, e che mostra la vocazione centralistica di questo governo, è che non saranno i cittadini a scegliere i propri rappresentanti ma i consigli regionali e i due consigli provinciali. Ovviamente su indicazioni delle segreterie di partito. Insomma ci troviamo di fronte a scelte importanti che colpiscono il valore della rappresentanza popolare ma anche quello del sistema proporzionale strumento fondante della rappresentanza stessa.
Angelino Loffredi
2/7/2016