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Esiste una questione mercato che si protrae da anni.
L' Amministrazione comunale ha fatto una scelta concreta che fra qualche settimana diventerà operativa. Non ne conosco il pensiero, la ragione generale che dovrebbe ispirare ogni atto, determinarne la realizzazione e nello stesso tempo indicare le priorità da affrontare e la gerarchia degli interessi da tutelare. Tutti risponderanno: l'interesse generale. Certo, l'interesse generale è un fine che sulla carta mette tutti d'accordo ma scendiamo nel concreto, seguiamo un ragionamento e ci accorgeremo che non è così.
Partiamo all’ora dal problema. Quale è l'inconveniente, la stortura della dislocazione dell'attuale mercato? Io mi permetto di indicarne una e significativa : due siti di cui uno, quello situato su viale della Libertà,Giardinetti, via S. Sebastiano che genera pericolosità, intasamento e altre questioni legate alla salute pubblica.
L'obbiettivo dunque deve essere l'unificazione del mercato e l' eliminazione di un "percorso di guerra" che finora ha penalizzato i consumatori, prevalentemente anziani, costretti a percorrere salite ripidissime, e d'inverno, in discesa, su strade pericolose e scivolose.
La soluzione migliore sarebbe quella di sistemare tutto il mercato nei piazzali adiacenti all’ex Pretura. I consumatori sarebbero nelle ottimali condizioni di muoversi liberamente, senza intralci o pericoli, su un terreno agevole e pianeggiante. Il Comune avrebbe la possibilità di mantenere i posti macchina sui Piazza 25 Luglio e via Magenta. Spostare e sistemare le bancarelle su queste ultime strade, come vuole fare l'amministrazione comunale, vuol dire riproporre problemi vecchi (percorsi in salita) e spalancare le porte a problemi nuovi e conflitti nuovissimi, quali la perdita di posti macchine su queste due strade.
La domanda delle domande da cui ritengo si debba partire è quella riguardante "l’interesse del consumatore oltre che quello del Comune stesso".
Questi per me, messi insieme, rappresentano gli interessi generali. Se si devia da questa prospettiva si rischia di precipitare in discussioni di tipo settoriale, di categoria o, se volete, corporativo. Situazioni di cui non si sente la necessità e delle quali si potrebbe, facilmente farne a meno.
Angelino Loffredi
16 novembre 2017