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Una controriforma che non assicura risparmi

ARTICOLI > A DIFESA DELLA COSTITUZIONE

La grintosa e onnipresente Ministra Maria Elena Boschi ha provato a far credere agli Italiani che la vittoria del  SI al Referendum di autunno avrebbe permesso di combattere meglio e di sconfiggere l’offensiva terroristica. Dopo aver ascoltato tale "bufala" propagandistica qualunque cittadino, anche poco informato, avrebbe buon gioco e replicare all’incauta Ministra affermando " L’Italia finora non è stata colpita da attacchi terroristici perché la Costituzione più bella del mondo ne ha fatto da scudo".
 Si poteva ma nessuno lo ha fatto perché la situazione è più complessa !
 La Ministra mantiene invece, sempre per propagandare il SI, la motivazione che lo stesso ridurrà i costi della politica.
 Nel disegno di Riforma costituzionale pubblicato nell’aprile di questo anno, quello per il quale saremo chiamati a votare, uno dei cinque punti esplicitamente indicati nel testo fa riferimento appunto al " contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni ". Attorno a questa annunciata riduzione di spesa si è scatenato un balletto di cifre. Vi partecipano Ministre, Ministri, aspiranti Ministri, replicanti e servitorame di tutte le risme, del centro e della periferia. In verità pochi e disorientati, in particolar modo dopo "la marcia indietro" dichiarata a proposito della legge denominata Italicum. Pochi, dunque, ma tutti in competizione  a chi le spara più grosse. I risparmi annunciati oscillano da 300 milioni di euro a 500, per arrivare ad un miliardo tonto tonto.
 Perché un governo  che si autorappresenta efficiente e tempestivo lascia circolare cifre tanto  divergenti e menzognere ? Perché nella Relazione di accompagnamento al Disegno di Riforma mancano i dati, il dettaglio e l’ammontare complessivo. Se la Ministra Boschi non ha accompagnato con dati e cifre il Disegno è ovvio che tutti si sentono autorizzati a sparare cifre non vere. Se la Ministra è stata sciatta e disattenta la Ragioneria Generale dello Stato, Dipartimento  del Ministero dell’Economia, fortunatamente a suo tempo è stata attenta e precisa. Infatti già il 28 ottobre 2014 precisava al Capo di gabinetto della Ministra  l’ammontare dei risparmi che mi permetto di riportare:
49 milioni di euro legati alla riduzione del numero di senatori ( 200) e dell’eliminazione per gli stessi  del’indennità parlamentare;
8,7 milioni di euro per l’eliminazione del Consiglio Nazionale dell’ Economia e del Lavoro.
Qualcuno ben informato ora chiederà : " A quanto ammontano i risparmi per la soppressione delle Province" ? Ancora non si conoscono: il Ministro Del Rio laconicamente si è limitato a rispondere che " non sono quantificabili " Così come ancora bisogna attendere la fissazione di un tetto agli emolumenti percepibili da quei consiglieri regionalii che eserciteranno anche la funzione di senatori, senza essere eletti dai cittadini.
 Queste dunque sono le cifre, i dati e le questioni aperte. Cifre comunque lontanissime da quelle diffusamente propagandate, tali da far dire che la montagna di chiacchiere ha partorito il topolino.
 Non ho terminato. Prima di farlo vorrei esprimere alcune personalissime considerazioni: se la riduzione della spesa rappresenta una necessità perché si mantiene in piedi  un Senato con 100 persone ? Sapendo che se ne può fare a meno ?
 Ritengo, inoltre, che ci sia ancora  da sforbiciare:
Riduzione delle indennità parlamentari, dei rimborsi spese e dei vitalizi;
Riduzione del numero dei Deputati. Purtroppo ancora sono più di 600.
Poi, sempre per eliminare spese che ritengo superflue e mal finalizzate, mi chiedo perché non si eliminano le Camere di Commercio, le Prefetture,le Comunità Montane e Consorzi di Bonifica.
 Mi auguro che in queste settimane di impegnativo confronto si discuta anche di queste ultime possibilità ma in particolare spero che qualcuno meglio informato di me rilevasse nel dettaglio i costi che la collettività nazionale sostiene per mantenere in piedi gli Enti sopra indicati e ne illustrasse la funzione sociale.
 Ovviamente per evitare, così come si dice,discussioni ideologiche, astratte ma al contrario per stare dentro alla concretezza dei contenuti.
Angelino Loffredi
Ceccano 28 luglio 2016


 
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