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Sanità negata

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SANITA’ NEGATA

Nel  1° trimestre 2017 il Prodotto Interno Lordo ( PIL) italiano è cresciuto di  +o,3 %. Se verrà mantenuto questo ritmo alla fine dell’ anno la crescita toccherà + 1,2%. Un dato superiore a tutte le previsioni. Un risultato per quanto limitato comunque positivo.
 E’ bastato questo dato per sentire  suonare a festa tante campane, ascoltare spropositati commenti provenienti da TV e giornali disponibili annunciare la fuoriuscita dalla crisi, frutto di provvedimenti voluti dal governo dei 1000 giorni eper ipotizzare addirittura l’apertura di una nuova fase. E’ mancato poco a chiamarla l’età dell’oro. Siamo stati, infatti,sottoposti per alcuni giorni a sentire dichiarazioni esagerate, parziali e faziose.
 Tale tam- tam, tale impegnativo furore massmediatico  non lo abbiamo ritrovato in questi ultimi  giorni a proposito di alcune notizie fornitoci da Rapporto Censis- Rbm Assicurazione Salute. Notizie indubbiamente gravi e preoccupanti fornite non da un centro studi di una organizzazione di opposizione ma da una Istituzione legata al Governo.
 Attraverso tale Rapporto, diversamente dalla crescita del PIL, si entra direttamente a conoscenza  della condizione di vita dei cittadini italiani, del loro stato di salute e di benessere, condizioni fondamentali della nostra esistenza.
 Ne rilevo solamente alcuni dati che a me paiono essere molto significativi.
12,2 milioni ( 1,2 milioni in più rispetto al 2015 ) di cittadini durante l’ultimo anno hanno rinviato o rinunciato a ricevere prestazioni sanitarie a pagamento poiché in condizioni di difficoltà economiche.
 Basterebbe solo questo dato per aprire il capitolo della Sanità Negata, tema ancora non sufficientemente indagato e conosciuto. C’è di più ed ancora ugualmente grave: il Rapporto rileva anche l’inefficienza del servizio pubblico dovute alle lunghe liste di attesa, pur di fronte al pagamento di ticket. Mi limito ad indicarne solamente cinque in grado di far comprendere lo stato comatoso della  Sanità Pubblica, un declino che appare inarrestabile, sulla base di una media nazionale.
Mammografia:  si attendono 122 giorni ( 60 gg. in più rispetto al 2014);
Risonanza magnetica: si attendono 80 giorni ( 6 gg. In più rispetto al 2014);
Visita cardiologica: si attendono 67 giorni ( 8 gg. In più rispetto al 2014 );
Visita ginecologica: si attendono 47 giorni ( 8 giorni in più rispetto al 2014 );
Visita ortopedica: si attendono 66 giorni ( 18 giorni in più rispetto al 2014 ).
Questi dati confermano l’esistenza di una politica portata avanti da parte del governo nazionale e quelli regionali di non far funzionare la sanità pubblica riducendone l’efficacia, funzionalità e credibilità per smantellarla e favorire così la sanità privata  anche attraverso robusti trasferimenti di risorse finanziarie.
 Ritengo anche che i dati riportati debbano essere  accompagnati da  riscontri ugualmente oculati e precisi di quanto sta accadendo nella provincia di Frosinone. Nella nostra realtà non basta evidenziare malessere, manifestare giusti  scatti di rabbia versa la Malasanità. E’ necessario qualcosa in più, anzi molto di più.
 Alla facile indicazione dell’inefficienza bisogna conoscere l’entità della stessa. E’ arrivato insomma il momento di acquisire la consapevolezza che non basta più l’urlo di rabbia solitario o l’invettiva rivolta verso le attività che con funzionano, ma è necessario passare ad una fase di conoscenza, ad una ricognizione dei bisogni per predisporre piattaforme di lotta organizzata e di richieste  di cambiamento.
 Il Pronto Soccorso di Frosinone è una ferita aperta, forse l’emblema crudele della Malasanità ma espressione anche della mancanza di forze e di idee alternative perché si  permette ancora l’esistenza di un vero e proprio girone infernale, caratterizzato dagli interminabili tempi di attesa e dal senso di abbandono riservato ai pazienti. Bisogna essere coscienti che quando sta avvenendo non è frutto delle coincidenze ma il  risultato di una politica che sempre di più vuole negarci le prestazioni gratuite della sanità pubblica e per dirottare le risorse finanziare verso la sanità privata.
Angelino Loffredi
10 giugno 2017


 
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