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MARIO QUATTRUCCI NON È PIÙ FRA NOI
Pochi minuti fa ho ricevuto una brutta notizia: Mario Quattrucci non è più fra noi.
Tanti amici sicuramente non l’avranno conosciuto, sapranno poco o niente di lui, quindi ho il dovere di provare a raccontare dove e come ci siamo
(foto da unoetre)
frequentati. L’ho conosciuto nelle stanze del Comitato Regionale del PCI in via dei Frentani a Roma.
Quattrucci è venuto poche volte a Ceccano. La prima nel 1969 poco dopo l’elezione di Berlinguer a Vice segretario del partito per illustrare le conclusioni di quel XII congresso ed i problemi che si ponevano dopo l’invasione di Praga e l’intervento dello stesso Berlinguer a Mosca.
Quattrucci in quel periodo insegnava alla mitica Scuola di Partito di Frattocchie. Ricordo un aspetto che mi colpi: "somigliava a Roger Bannister, il podista che portò sotto i quattro minuti il record del miglio". Avevo seguito con trepidazione quello storico avvenimento per cui non so attraverso quali meccanismi psicologici subentrarono che immediatamente mi fecero entrare in empatia con lui.
Ma di Mario ben altre questioni è necessario ricordare. Quelle legate a simili responsabilità: "Io dal 1976 ero responsabile della Commissione Enti Locali della Federazione di Frosinone mentre lui era responsabile di quella Regionale".
Ho fatto parte del Comitato Regionale del PCI dal 1977 al 1986. Nove anni intensi faticosi, di una eccezionale progettualità. Erano gli anni in cui si dava "l’ assalto al cielo".
Quattrucci quando riuniva tale commissione metteva insieme il Presidente della provincia di Viterbo, i vice di Rieti e di Roma, Pietro Vitelli assessore al bilancio della Provincia di Latina, oltre a Davoli ed altri esperti che secondo il tema venivano invitati. Ricordo pochi giorni dopo l’approvazione della legge 180, quella impropriamente chiamata Basaglia, la convocazione per discutere attorno alla stessa, le speranze e le preoccupazioni ed i limiti che ci vennero prospettati. Indimenticabile fu l’intervento del professor Cancrini.
Fu il periodo in cui tutti eravamo stimolati a capire, a progettare ad acquisire pienamente una cultura di governo. Mai in quel periodo sentii parole fuori luogo, percepii divisioni; le differenze si vedevano poco e comunque erano riassorbibili.
Sono stati gli anni in cui la elaborazione politica progettuale si coniugava con i mie rapporti di massa, sono stati gli anni in cui "mi sono formato", pronto a tutte le intemperie amministrative.
Angelino Loffredi
Ceccano 6 Agosto 2022