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RITROVARE L'IMPEGNO RIPRENDERSI I DIRITTI
Pochi giorni fa sul mio profilo FB ho scritto quattro righe per invitare a discutere sulle liste d’attesa, facendo presente che per una diagnosi riguardante un’ecografia renale bisogna aspettare il 24 maggio 2024. Si, ho scritto bene, 2024 !
In una giornata si sono susseguiti circa sessanta commenti, tutti pertinenti all’invito, che entravano nell’argomento indicando ulteriori criticità. Ho letto poca rabbia, molto sconforto ma anche una volontà a far presente, intervenire arricchire ulteriormente di notizie, un tentativo di capirne di più. La discussione si è tanto alzata da porre all’attenzione, facendolo proprio, addirittura un film-
Anche io ho visto il film documentario e lo consiglio a chi vuole saperne di più sulla condizione sanitaria e le sue dinamiche in Italia e nel mondo.
In Italia, senza colpi di stato, senza fucilazioni ma con gradualità i vari governi nazionali e regionali hanno soppresso ospedali, ridotto il numero dei posti letto, fermato la medicina di territorio e bloccato le assunzioni per disarticolare la sanità pubblica ed avviare e sostenere le regalie ai gruppi sanitari privati.
Con una lunga serie di atti legislativi sono stati svuotati di significato sia l’articolo 32 della Costituzione che la missione prevista dalla Riforma sanitaria ( Legge 833 del 1978).
Nel Lazio i presidenti Badaloni, Storace, Marrazzo, Polverini, Zingaretti, uniti da un crudele filo nero hanno reso ancor più precaria la nostra salute eliminando ogni politica di prevenzione prima e di buona cura dopo per incrementato le disponibilità finanziarie a favore dei privati. Il neo presidente Rocca, incrementando ancor più tali servili politiche, il primo atto che ha fatto è stato quello di regalare 23 milioni di euro ai privati per avere qualche posto letto in più a Roma. non nella provincia di Frosinone.
Nella regione Lazio negli ultimi dieci anni sono stati persi 3.000 posti letto. Il tamtam mediatico portato avanti da giornaloni e giornalini prezzolati ha diffuso l’idea che la sanità pubblica non funzionava ( vero) ma si sono guardati bene di motivarne le cause e di indicare quali forze politiche, sociali e professionali si impegnassero attivamente al mancato funzionamento.
L’altra idea falsa ma purtroppo vincente è stata quella di affermare che il privato funziona e che attraverso i privati le Regioni spendono di meno. Se oggi i dirigenti regionali con un’operazione trasparente facessero un meticoloso calcolo di quanto è stato concesso ai privati verrebbe fuori che avremmo speso di meno se avessimo assunto il personale sanitario necessario ed acquisito nei nostri presidi gli strumenti tecnologici e scientifici.
Per esaminare bene la rapina a carico dei cittadini invito tutti a confrontare le spese sanitarie sostenute nel 2022 con quelle del 2021. Ne viene fuori non solo una continua erosione dei nostri redditi ma anche una crescente minaccia per la nostra salute.
Cristina Freguia, Direttrice della Direzione centrale per le statistiche sociali e il welfare dell’Istat, qualche mese fa davanti alla X Commissione del Senato ha dimostrato che nel corso degli anni per la sanità seguita a diminuire l’intervento pubblico mentre aumenta sempre più quella delle famiglie per curarsi.
Nel 2021 mentre la spesa sanitaria generale è stata di 168 miliardi quella a carico delle famiglie è stata pari a 36,5 miliardi. Sono cittadini che ancora possono sostenere le spese per accorciare i tempi previsti per le liste d’attesa. Ma esistono anche milioni di cittadini italiani che non potendo sostenere tali spese non si curano.
A fronte di tale disastro quale è la soluzione prospettata dal Ministro? La possibilità per infermiere ed infermieri di smontare dal turno di notte in ospedale e andare a lavorare in una clinica privata o in una Residenza per anziani. Il Ministro ed i suoi colleghi non si sono posti un punto essenziale e doveroso: l’indispensabile riposo. Non si tratta di tutelare solo la salute di lavoratrici e lavoratori del settore ma anche quella dei pazienti.
Fatte tali necessarie considerazioni è necessario evitare e contrastare la rinuncia alla lotta ma al contrario vanno individuati i bisogni e le necessità. E visto che le grandi organizzazioni politiche e sociali rinunciano a farlo ritengo sia necessario costruire dal basso una rete che individui le criticità e si ponga come obbiettivi il superamento delle stesse.
Sarà senz’altro un lavoro complesso e difficile ma necessario, da avviare urgentemente senza timidezze per evitare di essere sopraffatti dalla palude.
Angelino Loffredi,
Ceccano, 15 Maggio 2023