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Sanità, sempre peggio

ARTICOLI > Questioni sanitarie > Gruppo n° 4

SANITÀ, SEMPRE PEGGIO


Assistiamo ogni giorno di più ad iniziative, a nefaste prese di posizioni  ed a proposte riguardanti la distruzione continua e programmata della sanità pubblica. Chiunque infatti è nelle condizioni di verificare che il sistema sanitario pubblico è boccheggiante. Sinteticamente delineo il quadro generale: le prestazioni sospese al tempo della pandemia ancora non sono riprese, le lunghe e interminabili liste d’attesa si allungano sempre di più, la inarrestabile fuga di medici e infermieri, l’inferno dei Pronto soccorso, il mancato rinnovo del contratto di lavoro. Per finire ad un governo che ora decreta provvedimenti controproducenti.
Quasi a confermare confusione ed incapacità  in questi giorni il governo invece di affrontare il doloroso e persistente problema con provvedimenti coerenti, organici e ben strutturati ha inserito, oltre tutto in modo sbagliato, alcune linee guida addirittura nell’interno del Decreto riguardante  l’energia ed il caro bollette.
Il governo che si autodefinisce del fare, mentre decreta provvedimenti "Arlecchino" per ridurre il caro energia introduce, senza un ragionevole motivo, la liberalizzazione delle professioni sanitarie.
Il ministro Schillaci con un colpo di bacchetta non magica infatti ha inventato gli infermieri robot. In verità in tale professione sono le donne a prevalere, alle quali però non viene assicurata nessuna prospettiva di carriera.
A fronte del disastro quale è la soluzione prospettata dal ministro ?
La possibilità di smontare dal turno di notte in ospedale e andare a lavorare in una clinica privata o in una Residenza per anziani.
Non sto scherzando e nemmeno sto inventando. E’ proprio cosi!
Ministro e colleghi non si sono posti un punto essenziale e doveroso: l’indispensabile riposo. Nemmeno tengono nel dovuto conto la direttiva europea, a suo tempo  recepita dal nostro Paese, su orario di lavoro e pause in sanità. Argomenti e importanti temi ignorati dai cosiddetti uomini nuovi.
Non si tratta di tutelare solo la salute di lavoratrici e lavoratori del settore ma anche quella dei pazienti. Tutti noi cittadini veniamo  immolati sull’altare della necessità di personale da un lato e della necessità di aumentare il proprio reddito dall’altro.
Si va dunque da male in peggio. Si tratta di un provvedimento a dir poco ingannevole perché visto che da nessuna parte sono previste risorse per il rinnovo dei contratti  viene concessa la possibilità di svolgere un’attività privata. Concretamente questo significa che infermiere ed ostetriche finito l’orario di lavoro, più gli straordinari, potranno incrementare il loro reddito lavorando anche in strutture private.
A problemi veri e che si protraggono da anni, quali quelli della mancanza di personale e del mancato rinnovo del contratto, viene data una risposta sbagliata: far lavorare, fino all’estremo, il personale.
Ci troviamo di fronte ad un governo che attenta alla salute ed alla nostra integrità fisica. Costoro  dovrebbero rispondere ad una domanda posta da Andrea Filippi, responsabile medici della Fb CGIL e che si vuole eludere " chi si affiderebbe consapevolmente alle cure di una operatrice sanitaria che invece di riposare dopo un turno di notte entra nella sala operatoria di una clinica privata o nella terapia intensiva o nel pronto soccorso di una struttura convenzionata? E che rischi corre la stessa professionista?"
E’ necessario intervenire affinché le cose cambino. Bisogna chiedere ed avviare una fase di mobilitazione caratterizzata da assemblee ed incontri con associazioni e cittadini e se necessario arrivare ad uno sciopero per avere garantito un servizio di cura pubblico ed universale e per applicare fino in fondo l’articolo 32 della nostra Costituzione,che non dobbiamo mai dimenticare dispone:
"La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti
. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge".

Angelino Loffredi
Ceccano, 11 Aprile 2023


 
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