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Fermare i morti sul lavoro

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MORTI SUL LAVORO, UNA STRAGE CONTINUA


La strage purtroppo continua. In Italia, una volta ogni due giorni un lavoratore perde la vita sul suo posto di lavoro. In provincia di Frosinone in questo 2021 le vittime(finora) sono state 8, l’ultima è stata Fabrizio Pietropaoli, 47 anni, di Morolo,  precipitato da 35 metri in un cantiere romano.
Certo le notizie riguardanti tali accadimenti vengono riportate. Da questo punto di vista non c’è da recriminare, vorrei invece che l’attenzione venisse posta maggiormente su:
"il contesto, le cause, i settori colpiti, le condizioni di lavoro, l’età delle vittime stesse e gli strumenti da utilizzare".
Argomenti necessari per capire, intervenire e provare ad eliminare tali tragedie.
Proverò quindi a mantenere aperta l’attenzione sperando che seguano altri circostanziati contributi  e conseguenti iniziative.
Inizio rilevando che il settore più colpito è quello dell’edilizia privata e la catena del subappalto.
Altre notizie conosciute ci ricordano che la vita prevalentemente viene persa per caduta dall’alto, per schiacciamento o per fulminazione. Inoltre, più del 40% degli infortuni e più dell’80% delle malattie professionali riguardano lavoratori  che hanno un’età superiore ai 55 e a 60 anni.
L’altro aspetto da rilevare ed approfondire, tanto da apparire come un’incomprensibile contraddizione, riguarda il fatto che nel momento in cui c’è una ripresa del settore la stessa viene accompagnata dall’aumento del lavoro nero, del precariato, degli infortuni e delle morti.
Il dato più preoccupante e non conosciuto riguarda il fatto che pur essendoci strumenti di alta tecnologia oltre che tecnici da utilizzare, le imprese italiane non hanno investito nella necessaria innovazione rimanendo così prive della formazione e della sicurezza dei propri dipendenti. La conclusione da trarre dunque è legata al fatto che in edilizia la sicurezza resta un grande problema.

A fronte di questa sintetica ma necessaria panoramica credo sia importante conoscere e utilizzare norme e leggi esistenti ma poco utilizzate.
Vorrei partire pertanto dalle norme previste dal decreto 77/2021. Provvedimento riguardante la parità di trattamento nei subappalti e sul rispetto dell’applicazione del contratto collettivo dell'impresa madre.
Esistono poi  strumenti previsti da leggi e contrattazioni quali la formazione obbligatoria, e l'erogazione dei Dispositivo di Protezione Individuale, meglio conosciuto come DPI. Quest’ultimo va inteso nell’attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro. I DPI utilizzati in ambito sanitario riguardano la protezione respiratoria, la protezione congiuntivale, delle mani e del corpo

Va maggiormente seguita e conosciuta la situazione dell’edilizia privata, condizionandone il rilascio di bonus, superbonus e dei vari incentivi al rispetto della congruità e del contratto edile. Insomma chi beneficia dei bonus ed altri contribuzioni deve avere il Documento Unico Regolarità Contributiva (DURC) .
Questo  permetterebbe di avere il controllo sia nel più piccolo cantiere che nell'ultimo anello del subappalto, dove spesso si annidano le irregolarità maggiori e quindi i maggiori rischi per salute e sicurezza.

Negli ultimi anni sono stati fatti dei passi in avanti. Il Durc di congruità, ad esempio, che facendo emergere il lavoro nero facilita l'attività di controllo e di ispezione, ma anche le nuove norme sul subappalto, fino al più recente decreto, che riduce dal 20% al 10% la soglia di lavoro nero per intervenire, così come toglie il riferimento alle gravi e reiterate violazioni in caso di inadempienza e per bloccare immediatamente cantiere o l'impresa. Interventi che andrebbero nella direzione giusta se ancora di più venissero accompagnati al rafforzamento dei servizi ispettivi e alle assunzioni di personale.
E’ necessario attuare quanto previsto dall’articolo 27 del Testo unico riguardante la patente a punti, sistema che premia le imprese che investono in salute e sicurezza e penalizza le imprese più scorrette. Va rilevato anche che manca  purtroppo l'introduzione dell'aggravante di omicidio sul lavoro, cioè di un aggravante penale per cui l'imprenditore condannato debba pagare per il danno procurato alla vita delle persone.
Prima di terminare credo sia importante sostenere la richiesta della Fillea CGIL inviata a tutti i parlamentari italiani di portare, per alcune categorie di lavoratori, da 36 a 30 anni gli anni di contribuzione necessari per accedere a 63 anni all’anticipo pensionistico.

Per applicare norme e leggi, per tutelare la vita e la salute dei lavoratori  merita di essere ricordata e sostenuta l’unità raggiunta fra la Fillea Cgil, FilcaCISL, Feneal UilER e la manifestazione del 13 novembre tenuta in Piazza SS Apostoli a Roma. E’ stata un’importante giornata di mobilitazione che chiama anche le organizzazioni periferiche ad aprire ulteriori iniziative e collegare in ogni realtà territoriale una  la lotta che deve essere estesa ovunque per affermare un concreto e decisivo "basta"

Angelino Loffredi
Ceccano 18 Novembre 2021


 
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