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Requisizioni documentate

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REQUISIZIONI DOCUMENTATE


I
n queste settimane attraverso la raccolta di tante testimonianze orali abbiamo posto un’attenzione particolare al tema delle requisizioni tedesche nel territorio di Ceccano. Ora invece abbiamo la possibilità di  individuare e far conoscere requisizioni  non sostenute dal ricordo ma da una chiara e inequivocabile  documentazione scritta. Lo possiamo fare, infatti, attraverso una serie di rapporti scritti fra cittadini e comune di Ceccano conservati presso l’Archivio Storico Comunale  ( Scheda VIII 4/1, alloggio fornito a truppe tedesche).
La circolare n°1454 del prefetto Arturo Rocchi dell’11 marzo 1944, il cui originale  inesistente presso il Comune, dava la possibilità al cittadino vittima di requisizioni di ottenere un indennizzo per la prevaricazione subita. Dalle carte visionate le persone che chiedono tale indennizzo, sono otto: Alessandro Cerroni ; Carmine Liburdi , via Fiano 73; D’Emilio Flavia, vedova Mastrogiacomo, via A. Diaz 13; Palombi Domenico, via Solferino 22; Moscardini Paolo, via IV novembre; Di Stefano Francesco, via Maiura 83; Patriarca Alessandra, largo Tomassini; Leone Di Stefano, via Badia 10-12.
                            
Leggendo attentamente tali richieste è possibile risalire al periodo della requisizione, conoscere la superficie occupata, il parametro di indennizzo per l’occupazione e in qualche caso anche la nazionalità degli occupanti e ulteriori danni accessori subiti.
Per esempio, la signora Flavia D’Emilio, vedova Mastrogiacomo, che firma la sua richiesta apponendo una croce, fa presente che la sua proprietà di 50 metri quadrati è stata occupata dall’11 novembre 1943 al 31 marzo 1944  e  precisa che i militari tedeschi  lasciando la sua abitazione l’hanno privata di infissi e della scala interna.
Nell’abitazione di Domenico Palombi, in via Solferino sono requisiti dal 9 dicembre 1943 al 6 gennaio 1944  cinque vani mobiliati per ricevere un maresciallo e undici militari.
Al signor Leone Di Stefano, all’epoca capo dei vigili urbani di Ceccano sono requisiti due locali : uno di venti metri quadrati in località Maiura 81 e un altro in via Badia 10.12, di ben 180 metri quadrati per il periodo che va dall’undici novembre 1943. E’ interessante sapere che nei suddetti locali erano presenti sessanta soldati, non solo tedeschi, ma anche slovacchi.
La richiesta migliore corredata è quella presentata il 20 aprile 1944 dalla signora Alessandra Patriarca, residente in largo Tomassini che  fa presente al commissario prefettizio di aver fornito:
una camera mobiliata ad un ufficiale tedesco dello Stato Maggiore dal 14 dicembre 1943 al 5 gennaio 1944.
locale di 72 metri quadrati in piazza Vittorio Emanuele ( attuale piazza 25 luglio) dal 6 dicembre 1943.
locali in via Grutti, dal 1 dicembre 1943 per accogliere militari e adibiti anche a stalla e fienile.
La signora Patriarca è tanto precisa in tutti i particolari da permettersi di presentare il conto  dando a noi la possibilità di sapere che ogni metro quadrato requisito giornalmente poteva essere indennizzato con una somma pari a 0,12 lire. Attraverso conti analitici che risparmiamo ai nostri lettori, la stessa chiedeva la somma totale di lire 2.441,30.
Nessuna delle otto richieste risulta essere stata soddisfatta !  

          
Nel cimitero di Ceccano, immediatamente a sinistra del vialone centrale e precisamente nella parte sopraelevata, durante gli ultimi giorni di guerra, furono seppelliti sei militari tedeschi. Sulla croce che indicava il luogo della loro sepoltura, furono messi i loro elmetti, qualcuno anche perforato da colpi di proiettile. In un’epoca in cui era fiorente e diffuso il commercio di metalli, va ricordata l’umana pietà di chi non osò commercializzare tali oggetti rispettandoli come fossero qualcosa di sacro.
Nelle vicinanze a pochi metri invece era sepolto un soldato statunitense, ebraico, di cognome Di Pofi. Giovanni Ferri ricorda che sul luogo della sepoltura era incorporata la Stella di Davide.
Alcuni ricordano che in un pomeriggio dei primi anni cinquanta, quando alcuni ragazzi davanti al piazzale cimiteriale giocavano la loro quotidiana partita di pallone, arrivarono delle persone e fra queste dipendenti del comune, per disseppellire i resti dei militari  e portarli in altra località sconosciuta.
In questi giorni di ricordi e rievocazioni, leggendo i registri cimiteriali abbiamo saputo che  i militari tedeschi disseppelliti furono sei. Si chiamavano Erich, Herman, Rach, Hans, Conrad e  Friedr. Solo di due, Hans e Conrad si conosce il luogo e il giorno della morte, Roccasecca, il  23 ottobre 1943. Friedr  mori l’ 11 gennaio 1944  e non aveva compiuto ancora diciannove anni.
In questo periodo di intense ricerche è probabile che verremo anche a conoscenza di chi trasportò i resti e dove oggi riposano.

Lucia Fabi  Angelino Loffredi


 
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