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ESORTAZIONE DÌ PAPA FRANCESCO
Venerdì 24 novembre presso il Caffè Letterario Sinestesia, in Ceccano, alle 17,30 l’Associazione Ceccano 2030 terrà un incontro di studio e di approfondimento sulla Laudate Deum. Le relazioni di persone autorevoli e preparate potranno precostituire le basi per l’avvio, fuori e dentro Ceccano, di ulteriori iniziative politiche legate appunto alla difesa dell’ambiente e del Pianeta, dei diritti del lavoro e della dignità umana.
L’Associazione Ceccano 2030 vola alto ponendosi come forza in grado di intercettare e rappresentare esigenze vecchie e nuove e di proporre con altri soggetti soluzioni credibili. Voglio partecipare attivamente a tale iniziativa anticipando quanto avrei esposto venerdì 24.
Ho letto e provato a fissare quanto scritto da Papa Francesco nella sua Esortazione Apostolica " Laudate Deum " ed i primi rilevi da fare riguardano la semplicità dello scritto pur di fronte all’esposizione di argomenti complessi,, la facilità con cui può essere letto da chiunque, con contenuti e dati supportati sempre scientificamente.
L’Esortazione Apostolica è stata scritta otto anni dopo la Lettera Enciclica "Laudate Si" e sin dall’inizio si percepisce la drammaticità della situazione. Il Papa, infatti avverte che non si sta reagendo abbastanza e che il mondo ancora non è consapevole "che si sta sgretolando e forse non si accorge che si sta avvicinando ad un punto di rottura".
Mi ha favorevolmente sorpreso l’attenzione posta a tutte le Conferenze sul clima, l’esame meticoloso ed impietoso attraverso cui indaga e rileva progressi (pochi) e fallimenti (tanti) che volutamente non riporto sia per motivi di spazio che per sollecitare tutti a leggerle direttamente. Francesco esamina attentamente il passato guardando ancor più il futuro prospettando la prossima Conferenza di Dubai nel 2024. Nel momento in cui ci ricorda che gli Emirati Arabi Uniti si caratterizzano come esportatori di energie fossili riconosce che hanno investito anche in energie rinnovabili. Rileva ancora che le compagnie petrolifere e del gas ambiscono a nuovi progetti per espandere ulteriormente la produzione pur tuttavia il Pontefice reagisce con determinazione e speranza " Dire che non bisogna aspettarsi nulla sarebbe autolesionistico, perche significherebbe esporre tutta l’umanità, specialmente i più poveri, ai peggiori impatti del cambiamento climatico ".
I poveri, gli emarginati, gli ultimi, gli scartati sono categorie che appaiono ricorrenti, sono presenti nell’immaginario del Pontefice anche quando non li evidenzia bene. Non riguardano solo le persone in carne ed ossa ma anche gli Stati. Mi sembra importante appunto riportare questo passaggio
"Come al solito sembrerebbe che la colpa sia dei poveri. Ma la realtà è che una bassa percentuale più ricca della popolazione mondiale inquina di più rispetto al 50% di quella più povera e che le emissioni pro capite dei paesi più ricchi sono di molto superiori a quelle dei più poveri. Come dimenticare che l’Africa, che ospita più della metà delle persone più povere del mondo, è responsabile solo di una minima parte delle emissioni?"
Mi ha colpito favorevolmente l’attenzione rivolta all’occupazione, al lavoro, alle condizioni di vita, al dramma dei popoli. Riprendo quindi un altro momento, secondo me, meritevole di riflessione
" Spesso si dice anche che gli sforzi per mitigare il cambiamento climatico riducendo l’uso dei combustibili fossili e sviluppando forme di energia più pulite porteranno ad una riduzione dei posti di lavoro. Ciò che sta accadendo è che milioni di persone perdono il lavoro a causa delle vere conseguenze del cambiamento climatico: l’innalzamento del livello del mare, la siccità e molti altri fenomeni che colpiscono il pianeta hanno lasciato parecchia gente alla deriva. D’altra parte, la transizione verso forme di energia rinnovabile, ben gestite, così come tutti gli sforzi per adattarsi ai danni del cambiamento climatico, sono in grado di generare innumerevoli posti di lavoro in diversi settori. Per questo è necessario che politici e imprenditori se ne occupino subito "
Certo bisogna usare la tecnologia o meglio tutti gli sviluppi della stessa ma ciò non basta anche perché " tutto il progresso che stiamo generando si sta rivoltando contro noi stessi "
Non possiamo affidarci alla logica del massimo profitto
"mascherata di razionalità, progresso e promesse illusorie, rende impossibile qualsiasi attenzione per la promozione degli scartati della società" Dopo aver letto queste considerazioni mi colpiscono queste ulteriori specificazioni " Negli ultimi anni possiamo notare che sconcertati ed estasiati avanti alle promesse di tanti falsi profeti, i poveri stessi a volte cadono nell’inganno di un mondo che non viene costruito per loro "
Come non convenire con questa rappresentazione se pensiamo alle idee che in questi anni si sono affermate e diventate senso comune quali l’individualismo rispetto al solidarismo; il successo e la ricchezza personale vincenti rispetto all’uguaglianza e la giustizia; l’ingannevole idea che le ricchezze accumulate da pochi attraverso " lo sgocciolamento" venissero successivamente distribuite a tutti. Infatti, purtroppo, a verificare bene mentre la concentrazione della ricchezza si concentra sempre più nelle mani di pochi, si allargano le aree di povertà, in Italia e nel mondo.
In tale complessa situazione, per andare avanti, il Papa inoltre pone a tutti alcune domande: quale è il senso della mia vita, del mio lavoro e del mio impegno ? Personalmente riconosco che non mi è facile rispondere, mi limito pertanto solamente a indicare che nelle grandi linee mi sembra necessario modificare il nostro stile di vita, rimodulare una nuova gerarchia dei consumi, e far affermare alcuni valori quali la solidarietà, la pace, la giustizia sociale, in un impegno corale attraverso istituzioni nazionali e sovranazionali.
Operazioni non facili ma necessarie per non rimanere, come dice Francesco, disintegrati.
Angelino Loffredi
Ceccano, 21 Novembre 2023.